75 ANNI FA L'INCENDIO DI CEVO

Il 3 luglio del 1944 circa 2000 fascisti salirono verso Cevo e misero a ferro e fuoco il paese. Volevano colpire il cuore della Resistenza che in Valsaviore e nella confinante Val Malga aveva trovato casa con la 54esima brigata Garibaldi intitolata a Bortolo Belotti, 22enne caduto durante un imboscata. A 75 anni di distanza la Valsaviore ricorda chi ha dato la vita per la libertà: una sfilata accompagnata dalla banda di Cevo, dai sindaci in fascia tricolore dell'unione dei comuni, con l'Anpi, gli alpini e i sindacati, dal monumento ai caduti, alla piazza della memoria, alla piazza degli alpini fino al monumento della Resistenza. A deporre la corona d'alloro Gino Boldini, che fu capo della polizia partigiana nella 54esima brigata Garibaldi accanto Rosy Romelli, partigiana a 14 anni, per aiutare il padre e tutti coloro che lottavano per la libertà. Risuonano per voce della nipote, nello spazio Pineta le parole di Enrichetta Gozzi, scomparsa circa un mese fa dopo una vita passata a tramandare ai più giovani i valori della Resistenza. Rosy Romelli, la più giovane partigiana d'Italia, arrestata dai questurini di Brescia nel dicembre 1944 con suo padre e sua madre. Gino Boldini di Saviore, assunse il comando del Gruppo polizia della Brigata e a lui si devono la maggioranza delle documentazioni fotografiche di quel periodo. Entrambi non si stancano di ripetere la storia perché i giovani siano consapevoli che la libertà di cui possono godere non devono darla per scontata.

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