CEVO RICORDA L’INCENDIO DEL 1944
Era il 3 luglio 1944 quando circa 2000 nazifascisti salirono verso Cevo annientando l’intero paese con lanciafiamme e bombe incendiarie. L’obiettivo era quello di radere al suolo il cuore della Resistenza che in Valsaviore aveva trovato casa con la 54esima brigata Garibaldi, intitolata a Bortolo Belotti. L’incendio provocò 6 vittime, decine di case distrutte, saccheggiate, bruciate, circa 800 persone restarono prive di dimora, 165 le famiglie sinistrate. A 79 anni di distanza, come ogni anno, la Valsaviore ha ricordato nella mattinata di questa domenica 2 luglio, chi ha dato la vita per la libertà, con i sindaci, l’Anpi, gli alpini e i sindacati riuniti nel corteo, la deposizione delle corone d’alloro ai monumenti ed i discorsi solenni, tra questi la testimonianza di Rosi Romelli Sforza, la più giovane partigiana d’Italia ed una delle ultime testimoni della Resistenza bresciana, seguita dall’orazione ufficiale dell’Europarlamentare, nonché ex sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. Il loro messaggio è rivolto ai giovani e ad un futuro di pace. Ad aprire la solenne celebrazione l’inaugurazione della panchina europea, titolata a David Sassoli, ex Presidente del Parlamento Europeo scomparso l’11 gennaio 2022. La panchina, posta accanto alla panchina dedicata alle Partigiane, lungo il percorso ciclopedonale che collega Cevo a Saviore, vuole essere un chiaro invito per tutti coloro che vi sosteranno, a riflettere sul passato e all’importanza della nostra libertà.
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