BERGAMO PIANGE IL SUO CAMPIONISSIMO
Un palmares tale da averlo reso la leggenda del ciclismo. Stava godendosi le vacanze sulla spiaggia di Giardini Naxos, in Sicilia, insieme alla moglie Tiziana, con la quale lo scorso anno aveva festeggiato le nozze d’oro. Lo ha stroncato un infarto mentre era in mare. Inutili i tentativi di rianimarlo, messi in atto sia dai volontari sia dal personale medico successivamente intervenuto: la morte è stata pressoché immediata. Così se n'è andato Felice Gimondi, 77 anni il prossimo 29 settembre. Nulla faceva presagire una cosa simile. Felice, secondogenito di tre fratelli,è cresciuto inalando i sani principi della gente semplice, che sa che ogni cosa nella vita, anche la più piccola, va conquistata a prezzo di lavoro e sacrificio. Nella sua carriera professionistica, iniziata nel 1965 e conclusa nel 1978, Felice Gimondi ha ottenuto 143 vittorie, 56 secondi posti e 38 terzi. Queste le sue vittorie più significative: Tour de France 1965, tre volte il Giro d’Italia (1967, 1969, 1976), Vuelta Espana 1968, Parigi Roubaix 1966, Milano-Sanremo 1974, due volte la Parigi-Bruxelles (1966 e 1976), due volte il Giro di Lombardia (1966 e 1973), due volte il campionato italiano (1968 e 1972) e altre ancora. Bergamo non sarebbe Bergamo senza di lui. Il campione che ha vinto tutto il sella alla sua bicicletta, ha portato il nome della città in ogni angolo del pianeta con le sue gesta eroiche. Migliaia i ricordi postati nella serata di ieri quando si è sparsa la notizia della sua morte. Anche le istituzioni bergamasche lo celebrano con riconoscenza e affetto. E non è fuori luogo ritenerlo il più grande campione bergamasco. Forse solo lui, a dirglielo, ti guarderebbe un po’ male e commenterebbe a modo suo, magari in dialetto, senza giri di parole. Ma era un vero numero uno, nello sport e nella vita. Un campione di umanità e per grandezza di uomo”. Non si poteva non voler bene a Felice. “Stavolta perdo io, ha commentato Eddy Merckx, il suo rivale di sempre. Perdo prima di tutto un amico e poi l’avversario di una vita. Abbiamo gareggiato per anni sulle strade uno contro l’altro, ma siamo diventati amici a fine carriera. Un uomo come Gimondi non nasce tutti i giorni”.
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