VICENDA ILVA, AZIENDE CAMUNE IN ATTESA

L'Alfa So.ge.mi Srl di Esine è una delle molte aziende che hanno rischiato di chiudere a causa della vicenda del commissariamento nel 2013 dell'Ilva di Taranto e che ora guardano con apprensione alle trattative in corso con ArcelorMittal perché dal futuro della più grande acciaieria d'Europa dipende anche il futuro delle moltissime imprese e degli autotrasportatori che hanno lavorato e che continuano a lavorare per il risanamento ambientale e che fanno quindi parte dell'indotto. Nelle nostre province c'è ad esempio il Gruppo Trombini, dal 1996 all'interno del gruppo siderurgico di Taranto dove ha impiegato circa 1000 persone venendo pagato puntualmente per il lavoro svolto quando a capo dell'Ilva c'era la famiglia Riva, che nei confronti dell'Ilva gestita invece dallo Stato e commissariata vantava invece milioni di euro di crediti già nel 2015 anno in cui lo Stato, a soli due anni dal commissariamento, aveva dichiarato lo stato di insolvenza. Il Gruppo Trombini ha continuato a lavorare anche in seguito per la realizzazione di nuovi impianti e in opere di manutenzione e pulizia. Ha invece sospeso le maestranze e lasciato le proprie attrezzature nei cantieri di Taranto, in attesa di ricevere i pagamenti per i contratti in essere e fermi al palo, l'Alfa So.ge.mi Srl di Esine, azienda che ha svolto lavori per il risanamento ambientale dell'acciaieria, senza essere pagata, per circa 400 mila euro. Di esempi simili nelle nostre province ce ne sono altri e la speranza è quella che lo Stato, artefice dei disastri, ora riesca a convincere ArcelorMittal a restare in Italia e che il gruppo franco-indiano metta mano prima o poi, ai pagamenti.

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