GLI ALPINI RICORDANO NIKOLAJEWKA

Un'atmosfera di festa, come solo gli alpini sanno creare, con la Fanafara, le penne nere, le autorità civili e militari e i tanti volontari che fanno parte della grande famiglia degli alpini, ha aperto questa domenica a Darfo la celebrazione della battaglia di Nikolajewka. Alle risate e alla voglia di ritrovarsi, nei valori alpini, hanno presto lasciato spazio al ricordo di quella battaglia diventata il simbolo della forza e del senso del dovere e di sacrificio di tutte le penne nere. L'inno d'Italia, l'alzabandiera, fuori dalla sede del gruppo alpini di Darfo, con la mente rivolta alla battaglia combattuta il 26 gennaio del 1943 durante la ritirata del Corpo d'Armata Alpino in Russia. Quel giorno, gli alpini della Tridentina, alla testa di una colonna di 40.000 uomini quasi tutti disarmati e in parte congelati, con gli alpini superstiti del Verona, del Val Chiese, del Vestone e del II Battaglione misto genio della Tridentina, appoggiati dal fuoco del gruppo artiglieria, dai rinforzi del battaglione Edolo, del Morbegno e del Tirano, dei gruppi di artiglieria Vicenza e Val Camonica ed altre modeste aliquote di reparti della Julia col Battaglione L'Aquila, riuscirono ad espugnare il nemico a Nikolajewka e ad aprire una via di fuga per migliaia di uomini che così riuscirono a fare ritorno in Patria. Il 16 gennaio 1943, giorno di inizio della ritirata, il Corpo d'Armata Alpino contava 61 155 uomini. Dopo la battaglia di Nikolaevka si contarono 13 420 uomini usciti dalla sacca, più altri 7 500 feriti o congelati. Circa 40 000 uomini rimasero indietro, morti nella neve, dispersi o catturati. Migliaia di soldati vennero presi prigionieri durante la ritirata e radunati dai sovietici in vari campi. Solo una percentuale minima di questi prigionieri farà ritorno in Italia a partire dal 1945. A tutti coloro che sono morti sul campo è andato il pensiero di tutte le penne nere affiancate da molte autorità civili e militari. Il corteo, al ritmo della Fanfara di Valle Camonica, è ripartito alla volta della chiesa madonna degli alpini di Boario: un corteo partecipato, con la protezione civile dell'Ana, l'antincendio boschivo, l'associazione nazionale carabinieri, il Coro Ana, i bersaglieri, le fiamme verdi, l'aeronautica, i paracadutisi, i sindaci in fascia tricolore e molte autorità civili e militari e cittadini: tutti uniti nella volontà di portare nel futuro i valori alpini. Nel 2020 ricorre il centenario della nascita del Gruppo alpini di Darfo, uno dei primi gruppi ad essere nati in Valle Camonica. Sono passati 100 anni, e gli alpini non solo resistono, ma crescono, in numero di iniziative ed obiettivi.

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