IN AULA LA TELEFONATA DI TIZZANI
La telefonata di Antonio Tizzani è risuonata in aula durante l'udienza del processo che lo vede come unico imputato per la morte della moglie, Gianna Del Gaudio, professoressa in pensione, gozzata nella villetta di Seriate, poco dopo la mezzanotte del 26 agosto 2016. È lui a chiamare il numero unico d’emergenza, alle 0,40 dal cordless del telefono di casa imprecando, bestemmiando e urlando. Al 112 gli passano l’emergenza di Seriate. “Mia moglie non so se è ancora viva, c’è sangue dappertutto, qualcuno l’ha ammazzata, un delinquente ha preso la borsa che è a terra, aperta”. «La moglie è sveglia, respira? La chiami», lo guidano dal 118. Lui chiama la moglie. “Gianna, amore..Non risponde”, urla. Sangue dappertutto, e in effetti «quando siamo entrati sembrava di essere in una macelleria», spiega il maresciallo Sciusco, che mostra alla corte presieduta da Giovanni Petillo le macchie di sangue repertate e il corpo di Gianna sul pavimento della cucina . Una vicina di casa, molto amica di Gianna , non parla di sangue ma racconta di litigi trentennali tra i coniugi, occhi pesti, labbra e denti rotti di lei riferiti dalla stessa Gianna. “Mi disse che era stato Tonino, così confidenzialmente chiamato Tizzani. Nell’ultimo anno però i litigi erano aumentati tantissimo, 4-5 volte a settimana. Quando lui beveva, andava fuori, urlava, la insultava. Una volta ho sentito Gianna dirgli: “Non ti permettere proprio”. Lui rispose: “Attenta a quello che fai”». Il giorno dell’omicidio la vicina era al mare. «Sono tornata il giorno dopo. Ho incrociato Tizzani e i figli lunedì, fuori dal garage. Li ho abbracciati , Antonio ha reagito come se nulla fosse. Mi ha detto che la notte del delitto era andato a buttare la spazzatura e poi mi dice : “non c’eri tu vero? Non c’era nessuno”. Sapeva che ero via perché gli avevo chiesto come prenotare il treno”.
Commenti
Nessun commento è stato ancora pubblicato.
Condividi la tua opinione qui sotto!