PRIMAVERA ANTICIPATA

Le conseguenze del clima si fanno sentire come sempre sull'agricoltura. La temperature sopra la norma e le ripetute giornate di sole di questo febbraio anomalo hanno risvegliato in anticipo di almeno un mese 50 miliardi di api presenti sul territorio nazionale che sono state ingannate dalla finta primavera. Le temperature sopra i 15 gradi hanno fatto uscire le api dal milione e mezzo di alveari presenti in Italia, che hanno subito ricominciato il loro prezioso lavoro di bottinatura ed impollinazione ma ora il rischio è che ritorni di freddo possano far gelare i fiori e anche far morire parte delle api dopo una delle peggiori annate per la produzione di miele in Italia. L'apicoltura è un settore presente in Lombardia con 763 imprese agricole, 119 imprese delle quali in provincia di Brescia dove sono presenti circa 26 mila alveari, custoditi da oltre 1.000 appassionati tra professionisti e hobbisti, che producono miele, propoli, cera e altri derivati. Le api in provincia di Bergamo popolano circa 18.000 alveari e l'apicoltrura rappresenta un comparto così strategico, non solo per l’agricoltura ma per l’intero pianeta, in quanto le api sono un indicatore sensibile dello stato di salute dell’equilibrio naturale globale e della biodiversità, con la nostra alimentazione che dipende per oltre un terzo da coltivazioni impollinate attraverso il lavoro di insetti, al quale proprio le api concorrono per l’80% circa. L’andamento anomalo di questo inverno conferma dunque i cambiamenti climatici in atto che si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi e sfasamenti stagionali che sconvolgono i normali cicli colturali ed impattano sul calendario di raccolta e sulle disponibilità dei prodotti che i consumatori mettono nel carrello della spesa e in questo caso sono già disponibili le primizie della primavera con un mese di anticipo. Un'altra conseguenza del grande caldo e dell’assenza di precipitazioni significative in un inverno bollente con una temperatura che fino ad ora è stata in Italia superiore di 1,65 gradi la media storica, è la siccità: anomalie si vedono anche nei grandi laghi che hanno percentuali di riempimento che vanno dal 25% di quello di Como al 28% dell’Iseo

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