CORONAVIRUS: SCUOLE ANCORA SOSPESE

Il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, l'assessore al Welfare Giulio Gallera, l'assessore al bilancio Davide Caparini, l'assessore alla protezione civile Pietro Foroni, in prima linea per gestire l'emergenza Coronavirus e per mettere a punto con il direttore generale dell'assessorato al Welfare Luigi Caiazzo e gli esperti del sistema sanitario lombardo, un piano di contenimento che sta già dando i suoi frutti. La diffusione del virus infatti è circoscritta e il rallentamento della vita sociale ha provocato un rallentamento nel numero di contagi. Cioè permette agli ospedali di far fronte ai ricoveri in terapia intensiva, perché se è vero che il 90% dei contagiati non ha problemi di salute seri e più della metà ha solo un raffreddore, c'è un 10% dei contagiati, soprattutto gli anziani, che necessitano del ricovero. La diffusione del virus è pari al 3% della popolazione nella zona rossa, quindi lodigiano, cremonese, in parte Pavia e la bergamasca, e prolungare le misure di contenimento di una settimana in tutta la Regione è fondamentale per ridurre la diffusione del virus che attualmente, grazie al fermo delle scuole, delle attività, degli eventi e all'autoisolamento, si propaga a due persone per ogni persona contagiata ma l'obiettivo è arrivare ad una. Fondamentale soprattutto che non si propaghi negli ambienti ospedalieri che altrimenti andrebbero in crisi. “Non è una situazione facile e rapidamente risolvibile” – afferma il Professore Massimo Galli, ordinario di malattie infettive università di Milano. “Gran parte dei letti di rianimazione degli ospedali lombardi, che non erano previsti per un'infezione trasmissibile per via aree, sono occupati per pazienti in terapia intensiva per altri problemi e quindi il problema in alcuni ospedali è trovare nuovi posti.” “La macchina sanitaria lombarda ha risposto prontamente”- ha affermato il professore Giuliano Rizzardini del Sacco di Milano sottolineando il ruolo degli operatori sanitari in prima linea in questa battaglia. “Gli ospedali del territorio hanno intercettato i casi e i loro contatti e oggi abbiamo una mappatura dell'epidemia che è la più precisa tra i Paesi colpiti” - ha detto anche Fausto Baldanti, ordinario di microbiologia dell'università di Pavia, che sottolinea i sacrifici fatti da tutto il personale sanitario, tecnico e infermieristico che sono tra le persone più contagiate. “La provincia di Bergamo è stata coinvolta nella parte nord orientale, ovvero la bassa Val Seriana, con l'ospedale di Alzano Lombardo e il paese di Nembro come epicentro” - ha speigato Marco Rizzi direttore malattie infettive al papa Giovanni XXIII di Bergamo – e sono quasi saturi i posti di terapia intensiva e stiamo lavorando sull'ulteriore espansione della nostra capacità di risposta.” Presenti al tavolo altri esperti della sanità lombarda con cui la Regione si sta confrontando per mettere a punto il piano di risposta delle prossime settimane. Nel frattempo il Consiglio dei Ministri vara il decreto che prevede aiuti per le zone colpite, come esenzioni fiscali, computer per agevolare lo smart working della pubblica amministrazione, misure ad hoc per gli alberghi subissati dalle disdette, in vista di un secondo decreto che sarà varato la prossima settimana volto a sostenere l'economia.

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