CHIUSA L’INCHIESTA COVID
Sarebbero almeno 17 gli indagati per epidemia colposa. Tra i motivi principali la mancata istituzione della zona rossa, Tra i nomi di spicco figurano quelli dell'allora premier Giuseppe Conte e dell'ex ministro della Salute Roberto Speranza, il governatore di Regione Lombardia Attilio Fontana con il suo ex assessore al Welfare Giulio Gallera, il presidente del Consiglio superiore della sanità Franco Locatelli e il presidente dell'Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro. La diffusione del virus fu sottovalutata, nonostante i dati a disposizione da settimane indicassero bene che la situazione a Bergamo stava precipitando, in particolare in Val Seriana. A inizio marzo 2020 carabinieri e polizia, inviati da fuori, erano pronti a blindare i confini di Nembro e Alzano Lombardo. Invece la zona rossa non fu mai istituita e quei giorni furono l'inizio della catastrofe. Ed è proprio la mancata chiusura ra restare uno dei fronti principali dell'inchiesta della Procura di Bergamo per epidemia colposa, chiusa ora, a tre anni di distanza, con 17 indagati più altri stralciati. Secondo l'ipotesi dei pm di Bergamo, anche sulla base della consulenza affidata al microbiologo Andrea Crisanti, la zona rossa a Nembro e Alzano avrebbe potuto risparmiare migliaia di morti: se fosse stata istituita il 27 febbraio, le vittime in meno avrebbero potuto essere 4.148. “Parlare di 'epidemia colposa' è paradossale, il virus era un nemico sconosciuto”, ha commentato Maurizio Lupi Presidente di Noi con l’Italia.
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