LE LINEE GUIDA PER IL LAVORO

Come contenere la diffusione del Coronavirus negli ambienti di lavoro? Il protocollo del Governo del 14 marzo è stato integrato il 24 aprile con l'obiettivo di aiutare le imprese ad adottare protocolli sicurezza anti contagio senza i quali le loro attività potranno essere sospese el'Ats può predisporre tamponi fra i lavoratori se lo ritiene. Le imprese dovranno continuare a favorire, anche nella fese due, il lavoro da casa e le modalità a distanza, incentivare l'uso di ferie e congedi retribuiti, la sospensione dei reparti non indispensabili, fare rispettare le distanze interpersonali di un metro, distanziare le postazioni, dotare il personale di mascherine, regolare gli accessi agli ambienti comuni, sanificare gli ambienti, limitare gli spostamenti. Anche l'ingresso dei fornitori esterni va regolamentato e limitato e va garantita la pulizia costante e la sanificazione straordinaria dell'azienda alla riapertura. Rimane l'obbligo di non andare al lavoro in presenza di febbre oltre i 37,5 o altri sintomi influenzali, allertando il medico o l'Ats, e al personale potrà anche venire misurata la temperatura all'ingresso. Non potranno recarsi al lavoro anche coloro che negli ultimi 14 giorni hanno avuto contatti con soggetti risultati positivi al COVID-19 mentre coloro che sono stati positivi dovranno fornire al datore di lavoro una certificazione medica che attesti l'avvenuta negativizzazione come da riscontro del tampone. Per tutti coloro che si sono ammalati, ma non hanno la certificazione perché non hanno avuto il tampone, il ritorno al lavoro è opportuno che avvenga, secondo il Protocollo del Governo, con il coinvolgimento del medico di base. Chi non sa se ha fatto il virus perché ha avuto solo sintomi simil influenzali potrà richiedere il test sierologico che attesta la presenza di anticorpi ma nessuno, durante la fase due, potrà essere considerato immune, visto che ci si può riammalare, visto che i tamponi possono dare per il 30% posso dare falsi negativi e visto che i test sierologici non ci dicono per quanto tempo una persona è immune. Il comportamento responsabile di tutti quindi sarà quindi la più grande arma di prevenzione per la fase due.

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