IL PALLONE RESTA IN BILICO

Il mondo del pallone resta al palo, agonizzante, in attesa di una decisione ufficiale che possa scrivere il finale di questo singolare campionato. Una stagione fuori dagli schemi, stravolta dall’emergenza Covid, le cui scorie, soprattutto economiche, peseranno sul bilancio degli anni a venire. La definitiva risoluzione sull’annata 2019/2020 la si attendeva dal consiglio federale FIGC in programma lo scorso venerdì 8 maggio, un vertice poi rinviato a data da destinarsi in attesa di una sentenza che dovrebbe arrivare a giorni direttamente dalle aule del Governo. Se il calcio dilettanti, Serie D compresa, marcia unanime verso lo stop definitivo ai campionati, per i professionisti di A e B è invece prevista, a partire da lunedì 18 maggio, la ripresa degli allenamenti di squadra. Un via libera agli allenamenti che, come ha spiegato il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, non significa necessariamente un via libera alle gare. Uno step che, in attesa dell’ufficialità del protocollo sanitario, implicherebbe non solo limitazioni, ma anche un azzeramento dei contatti con l’esterno. La positività al Covid di un singolo calciatore implicherebbe infatti la quarantena per tutta la squadra e, di conseguenza, l’impossibilità di portare a termine la competizione stessa. Quello del medico sociale diverrebbe, dunque, un ruolo cruciale e ad alta responsabilità, verso la quale peraltro non mancano già le polemiche. Norme sanitarie difficilmente applicabili al calcio dilettantistico, per il quale si lavora già a un protocollo specifico attuabile più probabilmente nella prossima stagione. Un anno zero per il quale le nostre società chiedono in fretta risposte, decisioni definitive, per la necessità di programmare un futuro prossimo con budget ancora più stringati e rose ridimensionate. Tante le proposte sul tavolo, qualcuno parla di fusione di categorie, altri di ripresa dell’attuale campionato a partire da gennaio 2021. La certezza è che superare la congiuntura Covid non sarà facile: l’impatto a livello finanziario sarà notevole e, al momento, l’unica certezza parzialmente rassicurante, un palliativo giunto direttamente dalle parole del ministro Spadafora, è la conferma dello stanziamento di risorse a fondo perduto a disposizione delle società nel prossimo decreto governativo.

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