MANCANO GLI ORDINI IN BERGAMASCA

Le imprese bergamasche stanno cercando di resistere e reagire all’emergenza coronavirus, grazie a una solidità di fondo. A breve termine la situazione per tutti però diventa molto preoccupante a causa della scarsità degli ordini e del calo degli acquisti. Queste alcune indicazioni che emergono dal secondo Osservatorio di Confindustria Bergamo, che ha coinvolto, fra il 22 aprile e il 4 maggio, 336 imprese associate per oltre 18 mila dipendenti. Nell’insieme viene delineato un quadro critico, dove, tuttavia, non mancano anche segnali positivi sulla volontà di reagire delle imprese. Le stesse evidenziano a marzo un calo medio del fatturato del 36% e delle ore lavorate del 38% rispetto all’anno precedente e ci sono aspettative al ribasso per tutto il 2020: quasi uno su 4 prevede un calo del fatturato dal 25 al 50% e quasi metà un calo entro il 25%. Carenza di ordinativi, problemi di liquidità e di approvvigionamento sono le principali criticità segnalate. Una metà segnala a marzo cali importanti degli acquisti. Quasi un’azienda su due ha avanzato domanda di moratoria per i finanziamenti e soltanto il 30% non ha bisogno di nuova liquidità. Quasi la metà delle aziende ha anticipato la cassa integrazione. Geograficamente parlando le aziende presenti in Valle Seriana risultano lavorare a pieno organico mentre a livello dimensionale sono le piccole ad aver patito una chiusura più prolungata. Stefano Scaglia, presidente di Confindustria Bergamo, evidenzia come emerga il grande sforzo delle aziende di fronteggiare la crisi, e al tempo stesso si delineino scenari molto preoccupanti nel medio periodo.

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