BRACCONIERE NEI GUAI A NEMBRO
Era a caccia di notte senza autorizzazione, in un periodo di divieto, con mezzi vietati, e per di più aveva con sé tutto il necessario per la macellazione sul posto della fauna eventualmente abbattuta: ganci metallici, corde, due coltelli, una mannaia e relativo acciaino. E' un 40enne di Nembro il bracconiere fermato nei giorni scorsi dalla Polizia Provinciale di Bergamo nella frazione di Trevasco a Nembro. Gli agenti di via Tasso sono, infatti, impegnati in questo periodo in una serrata attività di vigilanza della fauna selvatica e al contrasto del bracconaggio notturno agli ungulati. Proprio durante una di queste perlustrazioni poco prima di mezzanotte una pattuglia ha sentito un colpo di arma da fuoco provenive da una zona isolata nei pressi di una cascina dopo pochi minuti, grazie anche alle ottiche in dotazione per la visione nelle ore notturne hanno individuato la figura di un uomo intento a perlustrare il terreno circostante. Gli operatori si sono avvicinati a piedi e hanno trovato in zona un uomo armato che hanno fermato senza che opponesse resistenza consegnando agli agenti il fucile di grosso calibro che imbracciava e il bossolo appena sparato. In auto aveva anche tutta l’attrezzatura necessaria per la macellazione sul posto. L'uomo fermato dovrà rispondere dei reati di caccia in periodo di divieto, uso di mezzi vietati, omessa denuncia di munizioni a palla. A carico dello stesso sono inoltre stati contestati numerosi illeciti amministrativi quali la caccia senza assicurazione, senza il versamento delle tasse di concessione e senza l’autorizzazione: l’arma, le munizioni e tutta l’attrezzatura che l'uomo aveva con sé è stata sequestrata. Nella stessa notte sono stati individuati e controllati altri due uomini che sono però risoltati estranei ai fatti. “Il bracconaggio è una piaga difficile da contrastare e in continua evoluzione soprattutto nelle ore notturne in cui gli ungulati selvatici sono particolarmente vulnerabili – riferisce il responsabile della Polizia Provinciale Commissario Capo Pietro Bergamelli – per questo motivo il nostro Comando mette in campo tutti gli sforzi necessari sia in termini di personale che di attrezzature per opporsi quanto più possibile a questa pratica illegale, e garantire nel migliore dei modi la tutela della fauna selvatica che popola i nostri territori e che è patrimonio dell’intera collettività”
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