TORNA IN CARCERE UNO DEI FRATELLI SALLAKU

Torna in carcere Taulant Sallaku, uno dei cinque fratelli albanesi, il più noto Gezim è stato presidente del Darfo calcio, finiti nei guai nell'ambito dell'operazione Reticolo coordinata dalla DDA di Brescia e condotta dai Carabinieri di Breno e Clusone. L’attività dei militari aveva consentito di smantellare un'organizzazione criminale, costituita da cittadini italiani e albanesi, dedita allo spaccio spaccio di cocaina ed eroina in Valle Camonica e nelle zone limitrofe. Taulant, insieme ad un secondo fratello, Saimir erano ai vertici dell'organizzazione. Il 38enne, dopo la condanna in primo grado, lo scorso mese di febbraio, a 8 anni e 8 mesi di carcere era stato rimesso in libertà. Il PM ha però fatto ricorso contro questo provvedimento e ha presentato ai colleghi tutti gli elementi che provavano la personalità criminale del condannato quindi – valutato l'alto rischio di reiterazione dei reati e delle condotte illegali, il GIP ha emesso una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere che è stata eseguita in queste ore dai carabinieri della stazione di Artogne. Il 38enne albanese ora si trova dunque nel carcere di Canton Mombello. Il sodalizio criminale sgominato grazie all'operazione Reticolo era ben organizzato e strutturato e muoveva tra la Valle Camonica, la province di Brescia, Bergamo e Parma, ingenti quantitativi di droga. Per arrivare agli ottimi risultati della indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Brescia i carabinieri hanno lavorato a lungo. L'attività, infatti, aveva preso il via nella notte del 12 novembre 2017 quando i carabinieri del comando compagnia di Breno avevano intercettato un carico di 50 chili di hashish. Niente era trapelato di quell'operazione perché gli inquirenti avevano capito che seguendo il filo di quella roba sarebbero arrivati molto in alto. E così è stato. Intercettazioni telefoniche ed ambientali hanno portato dritti i carabinieri della compagnia di Breno – guidati dal capitano Filiberto Rosano – sulle tracce dei vertici dell'organizzazione e così il 13 ottobre 2018 si era arrivati all'arresto di nove persone. L'indagine ha permesso di arrestare 30 persone – e di sequestrare 60 chili di marijuana, oltre 50 chili di hashish, 12 chili e mezzo di eroina, 2 chili di cocaina, oppio, morfina e acidi.

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