COMUNI DI CONFINE, LETTERA DAL BROLETTO
La provincia di Brescia chiede di partecipare alle riunioni e agli incontri per la gestione dei fondi ex ODI, quelli assegnati ai comuni di confine – cioé quelle risorse che un apposito fondo destina a progetti da realizzare nei comuni lombardi che confinano con le provincie autonome di Trento e Bolzano; si tratta di 80 milioni di euro l'anno. La richiesta del Broletto è stata presentata con una lettera inviata a Roger De Menech presidente dei Fondi di confine e porta la firma del presidente Samuele Alghisi e del consigliere di partita il camuno Gianpiero Bressanelli. Alghisi e Bressanelli sottolineano nella loro missiva – inviata anche ai presidenti delle comunità montana e ai sindaci dei comuni confinanti della nostra provincia – che i fondi di confine sono una risorsa importante per la provincia di Brescia – un milione e 300 mila abitanti, 205 comuni collegati da 2 mila chilometri di strade con 450 ponti e viadotti, cinque comunità montane fra cui la più estesa delle Alpi, quella della Valle Camonica, dove gravitano gran parte dei comuni confinanti di Brescia: i cinque comuni di Breno, Ceto, Cevo, Ponte di Legno e Saviore dell'Adamello con altri 17 comuni contigui. La provincia chiede, dunque, alla luce di tutto questo, nonché del nuovo riparto delle risorse destinate ai comuni di confine e ai contigui di poter essere invitata a partecipare alle riunioni e agli incontri del Comitato Paritetico e a ogni altra occasione utile alla gestione delle risorse destinate ai comuni di confine e a quelli contermini, affinché il dialogo con Stato e Regione sia costante e i territori siano pienamente rappresentati anche dalle Province. Crediamo infatti - dicono Alghisi e Bressanelli - che la Provincia possa rappresentare il primo punto di riferimento dei comuni del territorio, in grado di raccogliere, fare sintesi e portare avanti le istanze che giungono dagli stessi. Partendo dal presupposto che la legge 56 aveva escluso la partecipazione attiva delle Province non autonome dal Comitato Paritetico, in vista della loro soppressione, il presidente Alghisi precisa che c’è stato nel 2016 un referendum costituzionale, il cui esito ha mantenuto le Province all’interno della Carta Costituzionale, e le stesse continuano ad assicurare servizi essenziali ai comuni che rappresentano, a partire dalle funzioni fondamentali per arrivare a quelle delegate. A prescindere quindi dalla formale costituzione degli organi che gestiscono i fondi ODI,continua la letttera partita da palazzo Broletto, sarebbe molto utile la partecipazione di tutte le Province alle riunioni degli organi decisionali, pur senza diritto di voto, al solo fine di rendere più comprensibili alcune scelte che altrimenti vengono lette come estremamente penalizzanti, e ciò per la sproporzione dei criteri di riparto rispetto al numero dei comuni, degli abitanti o della superficie dell’ambito territoriale interessato.
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