AUTONOMIA: I SINDACI IN PRIMA LINEA PER IL SI'

Ad una decina di giorni dal referendum per l'autonomia,i sindaci di tutti i colori politici, cittadini e comitati senza bandiera, insieme alla Lega Nord, sono più che mai in trincea per vincere un braccio di ferro tra Regione e Stato, che dura da anni. La Lombardia è stanca di dare 54 miliardi di euro di tasse a Roma senza vederli tornare indietro sotto forma nemmeno di servizi. La soluzione? La prevede la Costituzione nel punto in cui, art 116, sta scritto che le Regioni possono contrattare con lo Stato maggiori forme di autonomia. Non c'è scritto che serve un referendum per dare il via al braccio di ferro, ma in tutti questi anni senza un ampio conseso popolare, trattare con Roma non è servito. Da qui la chiamata ai seggi, domenica prossima, il 22 ottobre, rivolta a tutti i lombardi. Le materie che oggi sono divise tra Stato e Regione oppure sono solo statali e le risorse per gestirle in autonomia. La trattativa verterà su tutto ciò che la Costituzione prevede per un regionalismo differenziato che, secondo i manifestanti, gioverebbe a tutto il Paese. Tra le materia sulle quale aumenterebbe l'autonomia, una centrale: il trattenimento - attraverso il taglio del residuo fiscale - da parte della Regione di una quota maggiore di risorse. Tradotto: più soldi agli enti locali e migliori servizi per tutti i cittadini. Per questo in piazza ci sono molti sindaci. Anche in Valle Camonica hanno aderito agli incontri promossi dal Comitato per il Si, la maggioranza dei sindaci.

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