MUORE CONDANNATO PER IL ROGO AI TIR

Condannato in primo grado a 12 anni nella vicenda del rogo ndranghetista dei tir a Seriate, avvenuto nella notte del 6 dicembre 2015, Carmelo Caminiti rinchiuso nella sua cella del carcere di Messina, avevainiziato uno sciopero della fame che l'ha portato prima al coma e poi alla morte nel reparto di terapia intensiva del Policlinico Martino dove era stato trasferito a fine agosto. Secondo le indagini coordinate dal pubblico ministero di Bergamo Emanuele Marchisio e dalla collega Claudia Moregola della Procura Distrettuale antimafia di Brescia, alla base dell'incendio c'era un'estorsione di stampo 'ndranghetista. Da una traccia di sangue rinvenuta sulla tanica di benzina usata per l'incendio e dalle celle telefoniche, gli investigatori avevano ricostruito chi aveva mandato in fiamme una quindicina di automezzi della Ppb Trasporti, l'azienda di Seriate che si occupa di trasporto di prodotti ortofrutticoli e chi avrebbe commissionato quell'incendio: Giuseppe Papaleo, 50 anni, con una società nello stesso settore. Lo avrebbe fatto per colpire il rivale Antonio Settembrini, 55enne di Grassobbio, titolare della Ppb, parte offesa ma pure imputato in abbreviato a Brescia, perché dopo quell'episodio avrebbe arruolato il pluripregiudicato calabrese Carmelo Caminiti per vendicarsi. Una ricostruzione che ha retto nel corso del processo di primo grado di Brescia, chiuso con una lunga serie di condanne per i tanti coinvolti in questa intricata vicenda. Tra loro Caminiti, 59 anni, che dopo la condanna aveva iniziato uno sciopero della fame per ottenere gli arresti domiciliari in virtù delle sue condizioni di salute e dopo varie istanze respinte. Lascia nel dolore la moglie e il figlio.

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