A BORNO RIVIVE LA TRANSUMANZA

La Festa della Transumanza non fa rivivere solo la tradizione di vedere sfilare le mucche nel centro del paese, che di ritorno dagli alpeggi raggiungono le stalle a valle per trascorrere l'inverno, ma a tornare dal passato è tutto un mondo rurale e contandino di cui oggi, nell'era della tecnologia e con l'innovazione tecnologica che ha cambiato anche il lavoro nelle aziende agricole, si sente la nostalgia. Un mondo fatto di gerle, di rastrelli, di galline nei cortili, delle uova appena raccolte e del latte appena munto. Di questo mondo agricolo c'è un mestiere che più di tutti resiste al cambiamento, perché deve seguire il ritmo della natura e degli animali, piuttosto che quello frenetico della società, ed è il mestiere del pastore e del mandriano. Per questo, incuranti delle macchine, dei tavoli sulle strade e della vita frenetica del centro, questa domenica … dell'azienda agricola il Quadrifoglio di Croce di Salven accompagnato da un pastore con il suo gregge e da alcuni volontari figuranti, ha accompagnato le sue mucche per le vie del paese. Un modo per riportare l'attenzione di tutti, sulla zootecnia: un settore vitale per l'economia locale e per l'ecosistema montano. La tradizionale Festa della Transumanza, con decine di allevatori, sfilate, concorsi, bancarelle, non si è potuta svolgere a causa del Coronavrus, ma i volontari e i cittadini che da anni si impegnano per tramandare aspetti della vita di una volta dal fascino indimenticato, si sono dati comunque appuntamento. I veri destinatari dell'iniziativa sono loro: i bambini, quelli che a lato della strada battono le mani e quelli che, bastone in mano e cappello in testa, seguono le orme del padre e del nonno e a cui toccherà fare strada alla transumanza nel futuro.

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