RISTORATORI CAMUNI AMEREGGIATI

I ristoratori camuni, per voce del presidente dell'Associazione Ristoratori di Valle Camonica Fabio Scalvinoni, sono amarggiati per la decisione del Governo di chiudere bar e ristoranti alle 18.00 perché sono convinti che la maggior pare dei ristoratori abbia rispettato le regole e possa quindi offrire il proprio servizio e continuare a fare il proprio lavoro, in sicurezza. Sicuramente ci sono anche i ristoratori che le regole invece non le hanno seguite alla lettera, facendo accomodare in tavoli senza posti distanziati intere compagnie di amici, senza magari la corretta distanza tra i tavoli, ma per le mancanze di pochi non è giusto penalizzare l'intera categoria che avrebbe preferito invece essere oggetto di maggiori controlli. D'altro canto capiscono la gravità della situazione e accettano i sacrifici, ma ci sono i dipendenti, gli affitti, le tasse e i debiti da pagare e si aspettano, senza troppe illusioni, degli aiuti nei pagamenti, aiuti che fino ad oggi sono stati soli dei palliativi e quindi sono costretti a chiedere nuovi aiuti finanziari e ad indebitarsi ancora di più. Per i ristoratori che non si trovano nelle località turistiche montane e che non hanno potuto beneficiare del turismo estivo, il rischio concreto è quello di non riaprire più perché la nuova chiusura arriva in un momento in cui le conseguenze economiche delle scorso lockdown cominciano a farsi sentire e consegnare pasti a domicilio e d'asporto per molti non conviene, perché è un servizio che richiede ulteriori costi per essere svolto.

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