L'INCHIESTA SCARFACE SI ALLARGA

Le indagini avrebbero accertato che fra l'organizzazione criminale che riciclava, tramite un meccanismo legato alle vincite del gioco del lotto, soldi sporchi e la criminalità organizzata legata a cosche della 'ndrina Barbaro Papalia c'era un forte legame. Anzi, i profitti accumulati grazie ad illeciti fiscali, evasione fiscale, contabilizzazione di spese inesistenti avrebbe di fatto agevolato le attività svolte dal gruppo mafioso. A capo dell'organizzazione – sgominata grazie alle indagini della DDA, della Procura, dei carabinieri del comando provinciale di Brescia – un giovane imprenditore bresciano, residente ad Erbusco, Francesco Mura di 41 anni raggiunto da un'ordinanza cautelare insieme ad altre 20 persone ai primi di novembre. Nell'inchiesta sono finiti anche due rappresentanti delle forze dell'ordine, l'ex comandante dell distaccamento di Chiari della Polizia stradale e un carabinieri in servizio nello stesso comune. Ma ora l'operazione Scarface – mentre qualcuno comincerebbe a vuotare il sacco e a spiegare effettivamente quali erano i rapporti fra il Mura e le cosche – si allarga ed è di queste ore è la notizia, data in antemprima dal Giornale di Brescia – che i carabinieri avrebbero aperto un'indagine interna sulla caserma di Chiari. Al vaglio ci sarebbero i comportamenti di alcuni militari giudicabili sotto il profilo disciplinare. Pare, infatti, che il Mura fosse un assiduo frequentatore della caserma.

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