REATI AMBIENTALI: SEQUESTRATA LA CAFFARO
Il complesso aziendale dalla Caffaro Brescia Srl è finito sotto sequestro e il presidente del Cosiglio di amministrazione e amministratore delegato fino al 22 luglio del 2016 e attuale coamministratore Donato Antonio Todisco, il rappresentante legale dell'impresa Alessandro Quadrelli e il consigliere delegato alle tematiche ambientali e direttore dello stabilimento Alessandro Fancesconi, sono stati interdetti dai loro ruoli e uffici. L'accusa per gli indagati è di inquinamento ambientale e deposito incontrollato di rifiuti speciali pericolosi tra cui il cromo esavaelente nel raparto Clorato dello stabilimento, ma anche di disastro ambientale derivante dall'inefficienza della barriera idrauilica Mise. L'azienda, che opera all'interno del Sito di Interesse Nazionale, è accusata anche di aver diluito illecitamente le acque di processo con le acque meteoriche e di reffreddamento. Le accuse quindi parlano di inquinamento su tre fronti: nel suolo e nel sottosuolo, contaminati con cromo esavalente con valori di concentrazione fino a 10-15 volte superiroi ai limiti di legge, e nella falda acquifera con contaminazione sempre di cromo esavalente anche al di fuori del perimetro aziendale. A causare l'inquinamento sarebbero stati impianti inadeguati su suoli non sufficientemente impermeabilizzati che hanno spinto in passato più volte le autorità di controllo e il Ministero dell'Ambiente a sollecitare interventi di messa in sicurezza e bonifica, tanto che la provincia di Brescia ha sospeso l'Aia concessa all'impresa sospendendo l'attività produttiva della Caffaro. In particolare la mancata manutenzione della barriera idraulica Mise creata nei primi anni del 2000 per trattenre lo storico inquinamento Caffaro all'interno dei sottosuoli e dalla falda acquifera, sta avendo due effetto devastanti: l'inquinamento con lo sveramento di prodotti inquinanti tra cui PBC, con valori di centinaia di volte superiori ai limiti, del reticolo di acque superficiali a valle di Caffaro legati a canali usati per irrigare una vasta zona di Castel Mella e Capriano del Colle e l'inquinamento dell'acqua di falda che scorre a valle fino a Flero e Poncarale per oltre 20 km oltre il punto d'origine dell'inquinamento causato dall'insufficiente pompaggio idraulico dei sette pozzi presenti nel sito che doveva servire a contenere l'inquinamento ambientale e che secondo l'accusa doveva essere garantito dalla Caffaro Brescia Srl subentrata nel 2011 alla Caffaro Chimica Srl nella gestione degli impianti produttivi e di un complesso ambientale già gravemente compromesso. Il sequestro e le misure iterdittive sono scattate su mandato del Gip Alessandra Sabatcci nell'ambito di un'indagine della Procura di Brescia condotta dal pm Donato Greco e dal Procuratore Aggiunto Silvio Bonfigli e affidata ai Carabinieri del Gruppo Forestale di Brescia, che ha preso il via da due segnalazioni all'Arpa di Brescia nel giugno e nel settembre del 2019. Da qui le analisi che hanno evidenziato le contaminazioni della falda acquifera da cromo esavalente e mercurio che secondo le indagini non sarebbero da ricondursi all'infiltrazione di sostanze inquinanti risalenti allo storico disastro ambientale della fine degli anni '90 ma che sarebbro da ricondursi invece a nuove sorgenti di contaminazione come ad esempio anche la situazione di grave deterioramento ed abbandono del reparto cloro-soda della Caffaro Srl dismesso da oltre 10 anni.
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