RAFFICA DI INTERROGATORI SULL'INCHIESTA COVID
Il Ministero della Salute dava voti alti sulla preparazione del piano pandemico influenzale in caso di emergenza, risultato fermo al 2006? Con quale criterio? Queste sono al cune delle domande alle quali cerca di dare una risposta il pool della Procura di Bergamo guidato da Maria Cristina Rota, tornato a Roma, nella sede del nucleo della Guardia di finanza in via Dell’Olmata. I voti vanno da 1 a 5 e l’Italia si auto assegna sempre o 4 o 5 per ogni parametro previsto, anche per il primo, che è la legislazione e la politica in materia, nonostante il Piano pandemico sia fermo a 13 anni fa. Sono stati ascoltati in cinque, tra dirigenti e funzionari del Ministero e tra loro anche Andrea Urbani, dirigente della Programmazione e componente del Comitato tecnico scientifico, sentito anche in merito alla mancata istituzione della zona rossa a Nembro e Alzano. Poco si conosce sui contenuti delle audizioni se non che in diversi hanno risposto che i questionari erano una routine, che non comportava obblighi per il Paese. Ascoltate anche le ex ministre Beatrice Lorenzin e Giulia Grillo. Attesa ora la consulenza di Andrea Crisanti, il direttore del laboratorio di Microbiologia dell’Università di Padova, che deve tentare di quantificare alla Procura gli effetti della mancata zona rossa nelle due località seriane, la mancata applicazione del Piano pandemico e la gestione dell’ospedale Pesenti Fenaroli di Alzano che vede cinque indagati.
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