LAVORO A BERGAMO, CALO CONTENUTO
Strano ma vero, nel 2020 anno della pandemia, il tasso di disoccupazione in bergamasca, secondo i dati Istat, si è attestato al 3%, vale a dire il tasso più basso degli ultimi cinque anni. Dai dati, elaborati dalla Camera di Commercio, i disoccupati risultano essere addirittura diminuiti, passando da 17.791 a 14.986 (meno 15,8%). Ma i risultati sono solo apparentemente rosei se si considera soprattutto il blocco dei licenziamenti. Gli occupati 482.196, risultano sì in diminuzione, ma il calo è molto contenuto, pari ad uno 0,3%, che si traduce in una perdita di 1.465 posti di lavoro. Basti pensare che a livello nazionale sono 456 mila gli occupati persi l’anno scorso, di cui 249 mila sono donne. A destare preoccupazione il settore manifatturiero con la riduzione di oltre 8 mila dipendenti proprio nell’industria. Positivi i numeri del lavoro autonomo Nel settore delle costruzioni, ad esempio, si passa dal 27% al 31,7%; nell’industria dal 6,5% al 7,4%, proprio mentre il lavoro autonomo sta pagando prezzi elevati per l’assenza di ammortizzatori sociali. Ad uscirne con le ossa rotte è il settore moda. In terra Orobica il Covid ha chiuso per 307 negozi al dettaglio di cui 52 in città, il che significa la perdita del posto di lavoro per 750 adetti. I dati di Ascom Bergamo sono impietosi: il calo del fatturato nel settore abbigliamento lo scorso anno è stato del 70% e solo a Natale sono stati persi 40 milioni di mancati incassi rispetto all'anno precedente.
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