LAVORO, LA PROVINCIA DI BRESCIA REGGE

Meno assunzioni nel 2020, anno del Covid, in Lombardia: rispetto all'anno precedente il 20% in meno a livello lombardo, il 14% in meno in provincia di Brescia e il 17% in meno in quella di Bergamo. Anche i licenziamenti però sono in calo del 25% a livello regionale, del 20% a Brescia e del 21% a Bergamo. Il saldo finale fra avviamenti al lavoro e cessazioni, cioè tra assunzioni e licenziamenti, è leggermente positivo in generale. Ad esempio, analizzando i dati della provincia di Brescia, nel 2020 ci sono state in agricoltura 11.423 assunzioni e 11.128 licenziamenti e di conseguenza il saldo è positivo, con 295 posti mantenuti. 3.136 quelli mantenuti nel 2020 nel settore del commercio e dei servizi, 1.147 nelle costruzioni, 8 nell'industria. Agricoltura e costruzioni sono i settori trainanti. Ma qual è la forma di contratto più utilizzata per avviare al lavoro nuove persone? In tutti i settori è il contratto a tempo determinato. In totale nel 2020 sono 130.906 le persone avviate al lavoro in provincia di Brescia, di cui più di 76 mila uomini. La maggior parte, ovvero più di 89 mila persone, sono cittadini italiani, più di 32 mila extracomunitari. Tutto sommato, il sistema economico a Brescia e in Lombardia ha retto l'onda negativa della pandemia. Questo è dovuto al blocco dei licenziamenti e al ricorso alla cassa integrazione che quindi hanno impedito che la crisi economica conseguente a quella sanitaria si trasformasse in un dramma sociale. Le conseguenze di questa crisi si potranno valutare realmente nel prossimo futuro perché la pandemia sta ancora colpendo duramente il sistema sanitario e quello economico. La fotografia che emerge dai dati pubblicati dalla Camera di Commercio di Brescia ed elaborati dall'Osservatorio Sindacale della Cgil di Valle Camonica e Sebino, ritrae una situazione di stand by: il Covid ha congelato alcune situazioni croniche come la diminuzione del numero delle imprese, costante dal 2011.

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