VARIANTE INDIANA IN LOMBARDIA NELL'1,1% DEI CASI
A tenere banco oggi, sui tavoli di discussione della gestione dell'emergenza Coronavirus nel mondo, è la variante Delta, sottotipo di quella indiana che è circa più contagiosa della variante inglese, che a sua volta era il 50% più contagiosa del ceppo originario ed è anche peggio della variante sudafricana. Una variante quindi, la Delta, che potrebbe portare il doppio delle persone in ospedale se ad ostacolare non tanto la sua diffusione, quanto la sua capacità di fare ammalare le persone, non ci fossero i vaccini. Gli unici dati a disposizione, a prova di ciò, sono quelli forniti dal Regno Unito dove la variante Delta è la più presente anche tra persone vaccinate ma dove i primi riscontri dicono che, nelle persone vaccinate con due dosi, non porta all'ospedalizzazione e alla morte. Ad illustrare la situazione in Lombardia è il governatore Fontana con la vicepresidente Moratti. Al momento in Lombardia è stata riscontrata in totale su 81 cittadini: a maggio nell’1,2% circa delle 5.841 genotipizzazioni effettuate, a giugno nel’1,1% del totale sino ad ora esaminato di 786 genotipizzazioni. “Se si è vaccinati – aggiunge l'assessore al welfare Moratti – anche la variante indiana, come tutte le altre, dovrebbe essere sotto controllo.” Da dicembre in Lombardia sono state effettuate 16.638 genotipizzazioni e la variante inglese (Alpha) con il 68% è, ad oggi, quella prevalente seguita da quella brasiliana (Gamma) 1,1% e dalla sudafricana (Beta) 0,3%. A tenere banco è anche il caso di Astrazeneca e la possibilità di somministrare un vaccino mRNA alle persone che hanno meno di 60 anni e che sono state vaccinate in prima dose con AstraZeneca. La direzione generale al Welfare comunica che richiami di AstraZeneca interessati dalla vaccinazione eterologa e sospesi nel periodo 12-16 giugno, verranno effettuati a partire dal 17 giugno e si andranno a sommare ai richiami già previsti in quel periodo. "Allo stesso tempo - prosegue la Nota - i richiami con il vaccino Moderna previsti dal 21 giugno al 30 giugno (circa 80.000) vengono spostati in avanti di una settimana. Il richiamo sarà fatto cioè 42 giorni dopo la somministrazione invece degli attuali 35. Queste decisioni, al momento, sono valide per il mese di giugno.
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