CORDOGLIO A MONTECCHIO PER SANDRA
“In nessun altro posto vedendomi così piccola mi sono sentita più grande”. Scriveva così Sandra Bianchi sulla sua bacheca facebook il 26 aprile, in uno dei suoi ultimi post. Una pagina la sua, ricca di fotografie della sua più grande passione: la montagna. Una passione che l'ha spinta ad intraprendere corsi e allenamenti per diventare un'alpinista e una scalatrice esperta. Durante una di queste scalata, quella al Gran Zebrù, questo lunedì 14 giugno ha però perso la vita, caduta nel vuoto per circa 600 metri sotto gli occhi del suo istruttore. Qualcosa è andato storto poco prima di raggiungere la Cresta di Solda a circa 3.800 metri di altitudine. La 26enne di Darfo è presumibilmente inciampata e caduta proprio in un momento in cui pare non fosse legata durante le operazioni per assicurarsi in cordata. E' morta così Sandra Bianchi, da tutti conosciuta a Montecchio di Darfo dove è nata e cresciuta, come Sandrina e come una ragazza piena di vita che amava la vita. E' morta facendo quello che più amava e che faceva ogni volta che poteva staccarsi dal lavoro presso la piadineria dell'Adamello, ovvero recarsi in montagna per assaporare la libertà e la bellezza della natura. A piangere la 26enne camuna sono la mamma Claudia Iannucci, il padre Luciano che vive a Montecchio nella casa di via Giuseppe Giusti dove Sandra Bianchi è cresciuta insieme ai tre fratelli maggiori Dario, che con Sandra condivideva la passione per le scalate, Luca che si trova in Nuova Zelanda ed Erika. Attorno a loro si stringe in queste ore la comunità di Montecchio e di Darfo Boario Terme e i ragazzi dei Los Chicos Buenos di cui Sandra fin da giovanissima aveva fatto parte. Attendono tutti il ritorno a casa della salma che non è ancora stata restituita alla famiglia e attendono di poterle ora dare l'ultimo saluto, non appena sarà fissata la data del funerale.
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