UN ALTRO FEMMINICIDIO NEL BRESCIANO
Ancora un femminicidio, l'ennesimo, ed è targato Brescia. Si è consumato questo lunedì mattina ad Agnosine, piccolo centro della Valle Sabbia dove Giuseppina di Luca, operaia 46enne, si era trasferita da qualche settimana dopo la separazione dal marito, Paolo Vecchia, 52 anni che abitava ancora a Sabbio Chiese. La donna abitava in una palazzina che si affaccia sul municipio del paese. Lui ha aspettato che lei uscisse di casa, era poco prima delle 8, poi l'ha aggredita e l'ha uccisa a coltellate, almeno dieci quelle che hanno raggiunto la donna e che le sono state fatali; poi l'ha abbandonata in un lago di sangue e si è costituito nella caserma dei carabinieri di Sabbio Chiese. Quando sul posto sono arrivati i soccorsi per la donna non c'era più nulla da fare. La coppia, che aveva due figlie di 21 e 24 anni, si stava separando, la donna, infatti, si era trasferita ad Agnosine, pare per avvicinarsi al posto di lavoro dopo che aveva lasciato il marito. Un fulmine a ciel sereno il femminicidio che contrariamente al solito, non era stato preceduto da altre violenze o da stalking – o almeno non erano stati denunciati episodi del genere. Paolo Vecchia, incensurato, è stato arrestato. Nel pomeriggio i carabinieri avrebbe trovato anche le armi verosimilmente usate per il delitto, un coltello a serramanico e un pugnale. Intanto l'uomo nel primo interrogatorio si sarebbe avvolso della facoltà di non rispondere. Intanto stanno arrivando anche le prime reazioni a questa ennesima violenza: “È terribile apprendere di un altro femminicidio, purtroppo l’ennesimo nel Bresciano. Evidentemente inasprire le pene non è un deterrente sufficiente per chi decide di uccide. Ogni volta ci troviamo a piangere una vittima con la promessa e la speranza che quell’atto efferato dia una scossa alle coscienze . E invece non è così, sembra anzi che questi eventi delittuosi, anziché destare orrore, diventino quasi episodi da emulare”. Così il consigliere regionale leghista Francesca Ceruti, bresciana. "Il brutale femminicidio di Agnosine dimostra purtroppo come esista un problema sociale che occorre affrontare e risolvere, nel rispetto dei diritti delle donne ma soprattutto della vita umana. Predisporre controlli e tutele adeguate alle donne che denunciano è l’unico modo per cercare non solo di invertire la tendenza ma anche per incentivare quelle donne che ancora non denunciano per paura a farlo.
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