SEMPRE PIÙ DONNE VITTIME DI VIOLENZA

Un fenomeno, quello della violenza di genere, tornato alla ribalta in queste settimane di settembre: a livello nazionale negli ultimi dieci giorni si sono infatti registrati ben 7 femminicidi, che hanno portato il totale a qualcosa come 83 dall’inizio dell’anno. Una situazione che si avvicina alla realtà di alcuni territori bergamaschi, come nel caso della Bassa. Centosessanta richieste d’aiuto dall’inizio dell’anno. Questo il numero di segnalazioni giunte allo sportello di ascolto del Centro antiviolenza Sirio di Treviglio da altrettante donne che vivono nella Bassa e hanno trovato il coraggio di segnalare situazioni a rischio in casa: maltrattamenti, minacce, pestaggi. Metà di questi nuovi casi, un’ottantina, sono stati presi in carico dal servizio perché andavano oltre le semplici, quanto comunque importanti, richieste di informazioni generiche iniziali. E di questi casi, 8 hanno riguardato donne per le quali è stato necessario trovare ospitalità nelle cosiddette «case rifugio», la cui localizzazione è naturalmente segreta per garantire la tutela alla donna e, in molti casi anche dei figli. Situazioni di emergenza, che come tale viene definita anche dalle autorità, senza però che sia trattata con il dovuto peso a livello legislativo. Non mancano infatti le continue richieste di misure restrittive nei confronti del presunto reo, che gli impediscano di avere campo libero nel cercare, incontrare, violare e poi uccidere la donna che ha scelto di ribellarsi. La colpa, di fronte alla violenza, è sempre e soltanto di chi la commette e mai della vittima. Tant’è vero che ci sono stati casi – benché non numerosi – in cui anche l’aggressore è riuscito a rendersi conto dei suoi gravi errori ed è entrato in un percorso di consapevolezza: in questi casi, rari, le violenze sono cessate. Ma la strada da percorrere è ancora lunga .

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