LA DETERMINAZIONE DI PIERINO

Forza di volontà e determinazione, un concreto esempio di rinascita raccontato con la naturale consapevolezza e lecita commozione che ha accompagnato l’odissea di Pietro Tomasoni, prossimo al traguardo degli 84anni. Pierino, così è chiamato dai più a Dorga della Presolana, si è visto improvvisamente crollare il mondo. Era il marzo dello scorso anno quando il Covid colpiva pesantemente la sua famiglia. Il primo ad ammalarsi era, monsignor Tarcisio Ferrari, parroco storico di Pignolo. Il boomerang del contagio arrivava improvviso, proprio nei giorni del funerale a don Tarcisio. Pietro, dopo il ricovero di una notte al pronto soccorso di Lovere, veniva trasferito all’ ospedale di Alzano Lombardo, con un copione ben presto divenuto noto a molti: supporto con l’ossigeno e terapia specifica per polmonite da Covid, mentre improvvisa subentra un’ischemia alla gamba sinistra, ne conseguiva il trasferimento alla Poliambulanza di Brescia. Il coagulo che ostruiva l’arteria veniva rimosso e il peggio appariva alle spalle, ma non era così, subentrava una nuova ischemia e si rendeva necessario il trasferimento intra-ospedaliero in un altro reparto della Poliambulanza. Nel volgere di poco la situazione precipitava e si iniziava a ventilare l’amputazione del piede, ma l’operazione richiedeva l’amputazione della gamba sinistra, fin sopra il ginocchio, e per Pierino cacciatore per antonomasia con 65 licenze sempre rinnovate era la fine. Ma Pietro stoicamente affrontava la nuova realtà e lentamente migliorava, supportato costantemente dal profondo amore della moglie Carolina, dalla protesi e da una lunga riabilitazione faceva ritorno a casa. Quella di oggi per Pierino è una quotidianità che rasenta l’autosufficienza, tanto da permettergli nuovamente di imbracciare il fucile e zaino in spalla raggiungere la tanto desiderata cascina.

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