DELITTO COLLEONI: “ERA PADRE PADRONE”.

DELITTO COLLEONI: “ERA PADRE PADRONE”. E’ stata una deposizione sofferta quella di Tiziana Ferrari, 74 anni, ex moglie di Franco Colleoni, 68 anni, già segretario provinciale della Lega Nord, morto dopo una colluttazione con il figlio Francesco al culmine di un litigio esploso nel cortile del ristorante di famiglia «Il Carroccio» a Brembo di Dalmine, dove il giovane alla sbarra lavorava come cuoco. Fino ad oggi la donna aveva seguito le udienze imperscrutabile come una sfinge, quella di ieri però è stata una deposizione toccante. Un racconto, tracimante d’amore e disperazione. «Franceschino», «Checco», lo ha chiamato spesso la signora Tiziana rispondendo al pm Emanuele Marchisio e ai difensori Enrico Cortesi e Andrea Filipponi. «Il mio Francesco è il sole, non ha mai avuto comportamenti aggressivi con gli altri, mai un atteggiamento violento - ha sottolineato con le lacrime agli occhi la donna -. Lo attestano le lettere di amici e conoscenti che si meravigliano di quanto è accaduto. Non è quello che è stato dipinto sui giornali». È lei che la mattina del 2 gennaio aveva raccolto l’allarme di due passanti che avevano sentito gridare «aiuto» dall’interno del cortile dello stabile che ospita il locale e le abitazioni, dal 1998 la donna viveva separata dal marito. Tiziana temeva fosse successo qualcosa, ma al tempo stesso aveva paura di incontrare l’ex coniuge (che conviveva con l’attuale compagna) con cui non intercorrevano buoni rapporti. “Quando eravamo sposati mi picchiava, mi ero separata per quello”. La signora Tiziana quella mattina non voleva entrate nel cortile del ristorante perché si sarebbe sentita un’intrusa. Così era andata a chiamare Francesco e con lui si era diretta verso il cortile. «”Mamma, stai dietro di me”, mi ha detto. E da dietro ho visto quello che non avrei mai voluto vedere». Il corpo del marito riverso a terra nel vialetto. «Siamo accorsi. Francesco ha cominciato a vomitare. “Mamma, sto male”, ha esclamato. La mia attenzione passava dalla figura a terra che non riuscivo a guardare a Franceschino che stava male». La donna ha raccontato dei rapporti non idilliaci tra l’ex marito e i figli, descrivendo la vittima come una sorta di padrepadrone, con cui non c’era dialogo. La donna ha poi accennato alla lite del 28 dicembre 2020, quando, per alcuni alberi caduti sull’adiacente sentiero pubblico, padre e figlio avevano discusso. «C’ero anch’io, Franco mi si è avvicinato con la motosega in mano e Francesco si è diretto verso di lui come per aggredirlo». In quell’occasione erano stati chiamati i carabinieri. La prossima udienza è stata fissata per il 4 novembre.

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