CAPORALI E TRUFFATORI, TRE ARRESTI

Corruzione, falso, truffa, percezione indebita del reddito di cittadinanza. Con questa accusa sono finiti in carcere e ai domiciliari due donne e un uomo, due conviventi di 26 e 27 anni e una 48enne. Le custodie cautelari disposte dal Tribunale di Milano sono scattate queso giovedì mattina con un'operazione del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Brescia e rappresentano l'atto conclusivo di una complessa indagine condotta dai carabinieri di Piazzale Tebaldo Brusato che ha permesso di ricostruire l'attività criminale dei tre partendo da alcuni episodi di caporalato. Messi sotto controllo i telefoni dei due conviventi i carabinieri hanno scoperto che i due erano coinvolti in un traffico di giovani lavoratori stranieri, anche minorenni, che venivano reclutati e costretti a lavorare senza retribuzione e vessati da continue violenze in un terreno agricolo occupato abusivamente: raccoglievano recuperavano e rivendevano pallet. I due, tra l'altro, percepivano anche il reddito di cittadinanza richiesto a nome di alcuni dei lavoratori, loro connazionali, che non erano ovviamente a conoscenza della cosa e che erano privi dei requisiti per ottenerlo. Il loro piano criminale ha potuto reggersi grazie alla connivenza dell'impiegata di un ufficio postale del milanese – la 48enne finita ai domiciliari – che compravano con profumi, alimentari o vestiario per falsificare i documenti di richieste del reddito di cittadinanza e permessi di soggiorno. Usava timbri e firme false dell'ufficio anagrafe del comune di Milano. Un quarto uomo, collega della donna, che ogni tanto la aiutava nei suoi traffici di falsificazione, è stato denunciato. I carabinieri hanno quantificato in oltre 19 mila euro, in soli sette mesi, la truffa all'erario. Oltre ad eseguire le ordinanze di custodia cautelare – con la collaborazione dei carabinieri dei comandi provinciali di Monza Brianza e Milano – i militari di Brescia hanno eseguito anche lungo perquisizioni nelle abitazioni degli indagati e nell'ufficio postale dove lavorava la 48enne implicata nelle truffe.

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