OMICRON RALLENTA GLI INTERVENTI

Alcune federazioni di medici – tra cui oncologi, cardiologi ed ematologi – hanno richiamato nei giorni scorsi l’attenzione sui potenziali rischi derivanti dalla paralisi degli interventi chirurgici programmati derivata dalla nuova ondata pandemica causata dalla variante Omicron. Uno scenario preoccupante – soprattutto a danno dei pazienti più fragili, 11 milioni in Italia – che coinvolge, non secondariamente, rallentandola, anche l’attività di screening. In virtù dell’incremento dei contagi, alle direzioni strategiche delle varie ASST è stata richiesta una rimodulazione dell’attività di ricovero programmato e differibile per garantire la disponibilità di posti letti ai pazienti affetti da Covid-19. Risorse, dunque, da ridistribuire alla quale si somma l’assenza, forzata, di tutti quegli operatori – medici, infermieri, anestesisti – costretti alla quarantena. Un contesto disagevole, ma tuttavia molto meno drammatico rispetto al 2020. La nuova ondata Omicron - che nella maggioranza dei casi nei soggetti vaccinati si manifesta con sintomi lievi come mal di gola, febbre o raffreddore – in termini di identificazione e isolamento, è stata affrontata con gli stessi strumenti del passato, oggi in gran parte superati: probabile, a breve, un’inversione di rotta.

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