ZONA ROSSA, PROSEGUE L'INDAGINE
Dopo la trasferta romana e le audizione sulla mancata zona rossa a Nembro e ad Alzano il procuratore facente funzione Maria Cristina Rota e i pm che indagano su più fronti nella gestione dell’emergenza Covid nella Bergamasca,, sono stati per gran parte della mattinata in riunione operativa anche per organizzare il lavoro. «Una questione complessa» da risolvere, come ricordato dal procuratore Rota, non è quindi esclusa la convocazione di altri testi, dovranno analizzare le carte raccolte e incrociarle, oltre che con i dati epidemiologici (per questo si avvalgono dell’ ausilio di un consulente esperto) con i verbali dei massimi esponenti del Governo, della Regione e degli industriali della Lombardia L'interrogativo è se il mancato isolamento dei due comuni come era accaduto per quelli del Lodigiano, trasformando la Lombardia in zona rossa sia da ritenere una scelta politica e, quindi, insindacabile, oppure un atto amministrativo per il quale si potrebbe configurare un reato. Nel caso in cui si dovesse decidere, e al momento appare l’ipotesi più probabile, che si sia stata una mera scelta politica, la ricostruzione dei fatti di quei giorni dei primi di marzo, quando il numero dei contagi era già alto, farà da quadro di fondo per andare avanti con gli accertamenti sulle altre due tranche di inchiesta su cui ci sono già indagati: quella sulle morti nelle Rsa e soprattutto quella più concreta sull’anomala riapertura del pronto soccorso dell’ospedale Alzano. Filone per il quale è in corso una consulenza e si sta andando avanti con la audizioni di operatori e medici, che si aggiungono alle deposizioni dei vertici della Asst di Bergamo Est, del presidio ospedaliero e dell’ex dg della sanità Luigi Cajazzo, per arrivare a definire le responsabilità.
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