CONDANNATO L’INVESTITORE DOPO LA LITE AL SETAI

Il collegio presieduto da Patrizia Ingrascì ha condannato V. C., queste le iniziali del 26enne, di Treviolo - a due anni,con pena sospesa, per lesioni aggravate. Il giovane era imputato per il duplice investimento avvenuto mentre si trovava al volante all’alba del 2 dicembre 2017 all’esterno della discoteca Setai di Orio, dopo una lite scoppiata all’interno del locale che aveva visto soccombere il cugino dell’imputato. Il 26enne aveva raggiunto la discoteca dopo la telefonata del parente. Una volta giunto sul posto, secondo l’accura, avrebbe cercato di vendicarsi per quanto successo. Risultato: due giovani finiti in ospedale con 5 e 7 giorni di prognosi. Il pm nell’udienza del 1° dicembre aveva invocato una pena di 2 anni e 3 mesi; i difensori Enrico Pelillo e Paolo Corti avevano invece chiesto l’assoluzione o, in subordine, il minimo della pena. Ieri l’avvocato Pelillo, nelle repliche concesse prima che il collegio si ritirasse in camera di consiglio, ha sostenuto - citando una sentenza della Cassazione - che l’aggravante dei futili motivi non poteva essere contestata e che la reazione dell’imputato, visto che le lesioni provocate dall’investimento sono risultate di lieve entità, non poteva essere considerata sproporzionata, come invece aveva argomentato l’accusa. I giudici però l’hanno ritenuta sussistente, considerandola equivalente alle attenuanti generiche, tra cui l’incensuratezza dell’imputato e il fatto che abbia risarcito le vittime,10mila euro a testa, chiedendo un prestito. In aula il 26enne, laurea triennale e impiego in un centro di protesi per l’udito, che per due mesi era rimasto ai domiciliari, aveva affermato in aula quali fossero le sue intenzioni, vale a dire solo spaventarli. Le motivazioni della decisione si conosceranno entro 15 giorni, ma fin da ora si può intuire che nella derubricazione del reato da tentato omicidio a lesioni aggravate ha inciso la consulenza cinematica che l’ingegner Luigi Fiumana ha prodotto per la difesa. Fiumana nella relazione ha spiegato che, non essendoci danni al parabrezza né sul cofano della Opel Corsa, si deve ipotizzare un impatto avvenuto a una velocità inferiore ai 25 km/h. Troppo bassa per presupporre un tentato omicidio.

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