ARRESTI ALL'ALBA A BERZO DEMO
Il meccanismo era semplice: l'appalto lo aveva vinto un commerciante compiacente, ma effettivamente i materiali edili per il comune li forniva la ditta della famiglia del sindaco di cui lui detiene il 45% delle azioni. E' con l'accusa di appalti pilotati, infatti, che sono finiti ai domiciliari il primo cittadino di Berzo Demo, Gianbattista Bernardi e il responsabile del servizio del settore tecnico manutentivo e patrimonio comunale. Risultano indagate anche altre tre persone: si tratta del commerciante compiacente, di un tecnico della Centrane unica di committenza e del segretario comunale. Sono stati i carabinieri della compagnia di Breno, nella mattina di questo mercoledì 23 febbraio a dare esecuzione alle due ordinanze di misura cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Brescia. E' l'epilogo delle indagini partite dalle segnalazioni di alcuni cittadini che lamentavano che la ditta di famiglia del sindaco fornisse i materiali edili al comune anche se di fatto l'appalto se lo era aggiudicato un'altra ditta, l'unica ad aver partecipato al bando. Le indagini hanno preso il via nel febbraio del 2021 coordinate dalla Procura di Brescia sono state condotte dai carabinieri della compagnia di Breno attraverso intercettazioni ambientali e telefoniche ma soprattutto attraverso l’analisi di numerosi documenti amministrativi, che hanno permesso di accertare presunte irregolarità nella gestione delle gare di appalto e nell’assegnazione dei lavori per la fornitura di materiali edile ma anche dei servizi di pulizia degli immobili comunali, oltre che dell’affidamento dei servizi di videosorveglianza. Inizialmente sotto la lente degli inquirenti e della magistratura bresciana è finita, come detto su segnalazioni in paese, la procedura negoziata finalizzata alla fornitura di materiali edili al Comune di Berzo Demo, il resto è emerso durante le indagini su queste presunte irregolarità. Alla gara, come detto, aveva partecipato un’unica ditta cui era stato affidato l’incarico: in realtà i materiali sarebbero stati forniti al comune dall’azienda di famiglia della quale il primo cittadino risulta socio al 45%. In sostanza gli operai comunali quando avevano bisogno di materiali era presso la ditta della famiglia Bernardi che si rifornivano. I riscontri riguarderebbero irregolarità nei servizi di fornitura per gli anni 2018-2019 e 2020-2022.
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