CESSATO L'ALLARME SI CONTANO I DANNI
Da questo giovedì 5 maggio Regione Lombardia ha dichiarato il cessato allarme incendi boschivi, mentre si iniziano a tirare le somme dei danni inflitti al patrimonio forestale e naturalistico delle zone interessate. Infatti, nei primi quattro mesi del 2022 il bilancio sul fronte degli incendi boschivi per tutta la provincia di Brescia è pesante: 4293 volontari antincendio boschivo e 1984 vigili del fuoco sono stati impegnati a fronteggiare una sorta di guerriglia, dalla Valvestino al Maniva, dalla Maddalena alla Val Camonica, con danni immensi al patrimonio boschivo, naturalistico, ambientale e zoologico delle zone interessate. I questo periodo di emergenza continua e continui allarmi, la Valle Camonica è stata la zona più colpita, con il primo incendio scoppiato già a Capodanno, per concludere lo stato di emergenza in questi giorni, quando la pioggia, non abbondante ma sufficiente, ha finalmente dato una mano all'ambiente e all'uomo. I boschi più colpiti sono stati quelli di Sellero, Berzo Demo, Sonico, Vione e Vezza d’Oglio, dove vaste aree di territorio del parco Adamello e dello Stelvio, come la Val Grande di Vezza, oltre a zone di particolare tutela naturalistica, sono state gravemente danneggiate. Pare però che ogni incendio nuovo, così come altri che nel frattempo si sono sovrapposti ad incendi preesistenti, siano di origine dolosa. Particolarmente evidente è il caso di Vezza d'Oglio dove tre incendi sarebbero stati appiccati a breve distanza l'uno dall'altro, ad intervallo di circa 15-20 minuti, sulla linea dello stesso sentiero in alta quota, al limitare tra bosco di conifere e pascoli alti. In ordine di tempo, dall'inizio del 2002 il primo incendio si è sviluppato a capodanno sui monti di Vico di Edolo; quindi a febbraio tra Berzo Demo, di cui uno piuttosto preoccupante nella zona della sede della Protezione civile dell'Arnica, ma anche a Sellero. A fine marzo la prolungata siccità e il vento sono stati esca per maggiori danni: il primo episodio a Villincampo di Sonico, con il fronte delle fiamme giunte fino in cima all’area impervia della Val Rabbia, nella zona di protezione speciale per flora e fauna, e al rifugio Malga Stain per poi scollinare verso il territorio di Edolo. Poi è stata interessata la Val Grande di Vezza d'Oglio ed i monti di Vione, dove pr una settimana hanno operato volontari antincendio boschivo, vigili del fuoco, elicotteri antincendio di regione Lombardia, Canadair per aver ragione di focolai che, poco dopo essere stati spenti, riprendevano energia. Quindi, finalmente, la pioggia e la neve anche a quote relativamente basse hanno rallentato e quindi fermato il propagarsi delle fiamme. Il bilancio è molto severo: dai 700 agli 800 ettari di bosco, per buona parte di conifere, è andato distrutto, senza calcolare i danni alla fauna selvatica ed il rischio per abitazioni rurali e cascinali sparsi e, come nel caso di Sonico, per il rifugio Malga Stain.
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