“POCHE ORE PER ELIMINARE IL CORPO DI BOZZOLI”
“Ci sarebbero volute solamente poche ore per distruggere completamente il cadavere di Mario Bozzoli”. Sono state queste le parole del medico legale Camilla Tettamanti, perito nominato dalla Corte d’Assise di Brescia nell’ambito del processo a carico di Giacomo Bozzoli, accusato della morte dello zio Mario, scomparso nella sua fonderia di Marcheno l’8 ottobre 2015. Considerazioni espresse dal perito a seguito dell’esperimento messo in atto lo scorso 27 aprile, quando venne gettato un maialino, già morto per cause naturali, in un forno da fonderia a 950 gradi. Una controprova richiesta dalla stessa Corte d’Assise per capire se Mario Bozzoli la sera della sua scomparsa poteva essere stato gettato nel forno della sua azienda. Nessuna percezione dell’odore di peli o della carcassa bruciata, secondo la dott.ssa Tettamanti, se non per un breve periodo. Per quanto riguarda i possibili resti dell’esperimento è stata poi lo stesso perito a sostenere che «alcuni di questi, in mezzo a tantissime scorie e resti metallici, erano perfettamente riconoscibili e riconducibili a resti ossei. Con un corpo come quello di Mario Bozzoli sarebbero dovuti restare almeno 30 chili di materiale residuo tra ossa, scorie e resti metallici». Un’affermazione – secondo l’avvocato Luigi Frattini, legale del nipote Giacomo – nettamente in controtendenza rispetto a quanto dichiarato in passato da una consulente dell’accusa, la dott.ssa Cattaneo, la quale aveva affermato di non aver rinvenuti resti umani o semplici scorie nel forno di Marcheno, pertanto è stato chiesto un confronto tra i due periti per chiarire, per quanto possibile, i contorni di una vicenda ancora in parte nettamente oscura.
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