2 DETENUTI MORTI IN CARCERE

Ancora tragedie tra le mura della casa circondariale di via Gleno a Bergamo. Dopo gli episodi di aggressioni ai poliziotti penitenziari denunciati più volte dal sindacato di competenza (l'ultimo risalente allo scorso 19 giugno con un agente ferito da un detenuto con un taglio da lametta), il carcere orobico torna nel mirino con la morte di due detenuti nel giro di pochi giorni. Si tratta di due uomini di origini nordafricane detenuti nella quarta e ottava sezione, che dalle prime informazioni avrebbero fatto abuso di psicofarmaci. L'ennesimo episodio che fa riflettere e che rispecchia la situazione critica delle carceri, amplificata dall’esasperazione e dal sovraffollamento. A Bergamo infatti, i posti regolamentari sono 315, mentre il totale dei detenuti presenti ammonta a 487 con un organico di poliziotti penitenziari drammaticamente sottodimensionato, oltre il 20% di unità in meno di quelle necessarie. Quella del carcere di Bergamo è una condizione che esaspera i rapporti tra detenuti e rende pericoloso il lavoro degli operatori. Il sovraffollamento si traduce infatti in una maggiore difficoltà a garantire la sicurezza. Preoccupanti anche i dati diffusi dalla relazione annuale del Garante al Parlamento. Oltre mille persone in Italia in cella con condanne di meno di un anno, duemila donne, venti con figli al seguito; 1800 gli ergastolani e solo lo scorso anno 29 suicidi e 17 detenuti morti per cause ancora da accertare.

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