CHIESTI 7 ANNI PER L'EX DIRETTORE
Chiesti 7 anni e mezzo per Antonino Porcino, l’ex direttore del carcere di Via Gleno a Bergamo arrestato nel 2018 nell’ambito di un’inchiesta per concussione, turbativa d’asta, truffa, violenza sessuale, induzione indebita e falso che è arrivata davanti al gup con 16 indagati. Porcino, che ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato, deve rispondere di 21 dei 33 capi di imputazione contemplati dall’indagine. Tra gli episodi per cui l’accusa ha chiesto la sua condanna ci sono il promesso interessamento da parte dell’allora direttore del carcere a favore della ditta Alfa Express di Urgnano di proprietà di Mario Metalli per un appalto nella casa circondariale di Monza e la presunta induzione indebita per l’assegnazione della gestione del bar del carcere di Bergamo, per la quale - è l’accusa - Porcino avrebbe ricevuto da Mario Metalli più di 21mila euro. E poi, il presunto utilizzo da parte di Porcino di agenti e mezzi della penitenziaria per scopi personali, i certificati medici per attestare uno stress inesistente e consentire all’allora direttore del carcere di accumulare 205 giorni di malattia e i presunti approcci sessuali dell’allora direttore verso alcune detenute e dipendenti del carcere. Per calcolare la pena il pm è partito dai 6 anni del reato più grave, l’induzione indebita, cui ha aggiunto le varie continuazioni. L’accusa non ritiene che l’ex direttore del carcere meriti le attenuanti generiche perché ha risarcito una sola vittima di violenza sessuale e perché ha offerto un risarcimento di soli 25mila euro al ministero della Giustizia, che ha poi calcolato in più di 160mila euro il danno subito. Il difensore Riccardo Tropea, in un intervento durato due ore e mezzo, ha tra le altre cose chiesto di derubricare in truffa l’induzione indebita contestata per il caso Metalli. Il legale ha sminuito le testimonianze delle presunte vittime di violenza sessuale, parlando di detenute non credibili e prevenute nei confronti del direttore del carcere, e ha rappresentato alcuni episodi di violenza sessuale sulle dipendenti come di lieve entità. Il pm Emanuele Marchisio ha invocato l’assoluzione per sei degli altri 15 imputati.
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