OMICIDIO FARA, FUMAGALLI RISCHIA L'ERGASTOLO

L’opinione dello psichiatra dell’accusa è che Carlo Fumagalli, che la sera del 19 aprile scorso, quando uccise la compagna 44enne Romina Vento, annegandola nelle acque a Fara Gera d’Adda, fosse in grado di capire cosa stesse facendo. Con un reato da ergastolo, in udienza preliminare — non ci sarà richiesta di rito immediato nonostante le prove evidenti — a Fumagalli sarà preclusa la possibilità di chiedere riti alternativi per avere sconti di pena. Per chi non ricordasse la vicenda Romina quella sera, una volta uscita dal lavoro, era salita sull’auto di Fumagalli. Dopo aver dato un passaggio ad un collega, il compagno della donna riparte, ma invece di imboccare la strada verso casa, va dritta al fiume senza fermarsi davanti all’argine buio. Plana in acqua e Romina urla, e mentre affonda cerca disperatamente una via di fuga. Ma lui, padre dei due figli di 10 e 16 anni avuti con Romina, la tira giù. 7 minuti di follia, anzi no, nelle conclusioni dello psichiatra della Procura. Per quanto depresso e sotto stress, Carlo Fumagalli sarebbe stato capace di intendere e di volere quando ha ucciso la compagna. L’uomo aveva ammesso di avere puntato la Renault Megane verso il fiume e, una volta in acqua, mentre la compagna cercava di liberarsi dall’abitacolo, di averla spinta sotto per poi mettersi in salvo sulla sponda opposta, verso Vaprio, dove era stato bloccato non lontano dalla casa dei genitori con addosso ancora gli abiti fradici. A suo dire, avrebbe perso la testa per la separazione imminente. Romina lo voleva lasciare, glielo avrebbe ribadito appena rimasti soli in auto. Ora Carlo Fumagalli rischia l’ergastolo.

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