MOSSALI RESTA IN CARCERE
Davide Cristiano Mossali, il meccanico 53enne di Palazzolo ritenuto dalla procura di Brescia il responsabile dell’omicidio di Nexhat Rama, il kosovaro di 40 anni trovato carbonizzato nel bagagliaio di una Range Rover data alle fiamme lunedì 29 agosto intorno alle 13.00 nelle campagne di Cologne, durante l’udienza di convalida del fermo davanti al gip Matteo Grimaldi in carcere a Brescia, si è avvalso della facoltà di non rispondere respingendo ogni addebito. Nel pomeriggio è arrivata la decisione del gip Claudia Pasalacqua, che ha convalidato il fermo: nella sentenza si legge anche che «La personalità dell’indagato denota un assoluto disprezzo per l’integrità fisica e la vita dei terzi e una totale incapacità di tenere a freno i propri istinti violenti e aggressivi. Si è dimostrato persona in grado di pianificare nei minimi dettagli un delitto di elevata gravità del tipo di quello concretamente commesso, del tutto insensibile al rispetto della vita altrui, pronto ad agire in prima persona uccidendo e agendo in modo crudele. La causa dell’omicidio va rinvenuta non solo nelle continue richieste di restituzione di danaro da parte di Nexhat Rama nei confronti dell’indagato forse di natura estorsiva o usuraria, ma anche e soprattutto nel coinvolgimento da parte della vittima del figlio di Mossali, iniziativa che aveva destabilizzato l’indagato» conclude quanto scritto dal gip. Secondo quanto ricostruito con molti dettagli dagli inquirenti, l’omicidio è avvenuto lunedì 29 settembre all’interno dell’officina di Mosali, che, per agire indisturbato, quel giorno aveva lasciato a casa i due dipendenti. Dopo il delitto aveva chiesto alla moglie e al figlio di dire ai Carabinieri che aveva pranzato con loro, aveva quindi chiesto al figlio di formattare le telecamere dentro e fuori l’officina e alla moglie di pulire il pavimento dell’officina. Il giovane, che inizialmente aveva coperto il genitore, aveva poi deciso di raccontare la verità. «La dinamica dell’omicidio appare piuttosto chiara» scrive il gip: «Nexhat Rama è stato aggredito dal suo assassino da dietro che ha esploso un colpo di arma da fuoco colpendolo alla testa, cagionandone la morte, per poi caricare il cadavere sulla stessa autovettura della vittima, portandola nel luogo in cui poi è stata data alle fiamme, col corpo del Nexhat al suo interno». Ci sarebbero poi messaggi, telefonate e videoregistrazioni che la procura ritiene indizi comprovanti la responsabilità del meccanico per la morte del kosovaro, che da qualche tempo viveva a Capriolo, con il quale Mossali intratteneva rapporti nella compravendita di auto usate e con cui avrebbe contratto un debito di 30mila euro, poi forse salito con interessi usurai applicati dallo straniero. Per liberarsi delle richieste di restituzione dei soldi, secondo la Procura, il 53enne avrebbe ordito l’agguato al creditore. Restano tuttavia alcuni punti da chiarire, in primis quale e dove sia l’arma utilizzata nel delitto. In secondo luogo, se il meccanico era alla guida del Range Rover poi dato alle fiamme, come ha fatto a rientrare a casa? C’era qualcuno che gli ha dato un passaggio dopo il rogo dell’auto? E, se sì, era a conoscenza di quanto accaduto poco prima?
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