IN FIAMME VILLA GREGORINI
Un incendio si è sviluppato nella notte tra giovedì 8 e venerdì 9 settembre all’interno della storica Villa Gregorini di Lovere,nella zona del porto di Cornasola. A lanciare l’allarme ai Vigili del Fuoco intorno alle 4 del mattino, alcuni automobilisti di passaggio che avevano notato fumo e fiamme all’interno dell’immobile, un tempo dimora del direttore dell’Italsider e della sua famiglia. Dalle prime informazioni l’incendio si è sviluppato in una delle stanze del secondo piano rivolte verso il lago, l’ipotesi è che le fiamme siano state innescate all’interno della villa: una delle conferme potrebbe essere il fatto che la vegetazione all’esterno non sia stata intaccata dal rogo. E’ probabile che qualcuno abbia acceso un fuoco per cucinare o per scaldarsi oppure, che qualcuno abbia intenzionalmente dato fuoco alla struttura. Sull’esatta ricostruzione dei fatti e della dinamica stanno indagando gli inquirenti. Le operazioni di spegnimento si sono concluse a metà mattinata con il supporto dei vigili del fuoco di Gazzaniga e di Clusone ai volontari loveresi. L’inagibilità e la poca sicurezza per operare all’interno della villa hanno richiesto l’utilizzo di un’autoscala per spegnere le fiamme. L’edificio, che appartiene ad una società immobiliare, è abbandonato ed inutilizzato da anni, malgrado alcune segnalazioni affermino la presenza occasionale di qualche senzatetto. In passato la Villa era stata oggetto di sopralluoghi da parte delle Forze dell’Ordine per attività illecite come spaccio di sostanze stupefacenti. Il Pgt del comune di Lovere prevede un utilizzo residenziale e per attività ricettive della villa. Ora molti cittadini si augurano che a seguito di questo incendio si inneschi un processo di recupero di una delle più belle ville di tutta la sponda nord del Sebino anche se trattandosi di una proprietà privata, l’amministrazione comunale non può intervenire in alcun modo. Risale ormai a più di 20 anni fa l’azione dei fratelli Giuseppe e Donato Cretti, imprenditori nel settore turistico dell’alto Sebino, che volevano trasformare la villa e il vasto giardino in un relais a cinque stelle e di poter organizzare nel suo parco ricevimenti e banchetti. Purtroppo tutto era sfumato a causa di mancanza di fondi e finanziamenti pubblici
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