CONDANNA A 19 ANNI PER LA MORTE DI VIVIANA
Dopo 5 ore di camera di consiglio, la Corte d’appello di Brescia ha emesso la sentenza: 19 anni, rispetto ai 18 (più tre di libertà vigilata) inflitti in primo grado a Cristian Locatelli, 43 anni di Terno d’Isola, condannato per la morte della compagna Viviana Caglioni, 34 anni. Il decesso della giovane è avvenuto in conseguenza ai maltrattamenti subiti. Il sostituto procuratore generale aveva chiesto 21 anni e 4 mesi, la difesa l’assoluzione o, in subordine, la riqualificazione del reato in omicidio preterintenzionale. Viviana cessò di vivere in ospedale il 6 aprile 2020, sei giorni dopo la caduta in casa, in via Maironi da Ponte, nella quale aveva battuto violentemente la testa a terra dopo le botte prese da Locatelli. Il pm Paolo Mandurino aveva presentato appello contestando le conclusioni della Corte d’assise di Bergamo: per il sostituto procuratore fu un omicidio volontario pluriaggravato (con dolo eventuale) e non una morte in conseguenza dei maltrattamenti. Ieri il pg ha escluso il dolo omicidiario chiedendo l’aumento della pena di un terzo per la recidiva. In sostanza, Locatelli non avrebbe avuto intenzione di uccidere Viviana. La Corte d’Appello ha quindi seguito le linee sulle quali si era basata l’assise in primo grado, presieduta da Giovanni Petillo, che il 29 ottobre 2021 aveva condannato Locatelli a 18 anni. L’imputato nel corso dell’udienza si è scusato per il suo comportamento aggressivo tenuto durante il processo di primo grado sostenendo di non avere avuto modo di elaborare il lutto, anche perché dopo l’arresto non gli fu concesso di partecipare ai funerali della compagna. Va detto che lo stesso non si era mai prestato nel soccorrere la vittima e nella telefonata al 118 avrebbe cercato di minimizzare la gravità delle sue condizioni. Ora per conoscere le argomentazioni dei giudici d’Appello occorrerà attendere le motivazioni della sentenza, attese entro 90 giorni.
Commenti
Nessun commento è stato ancora pubblicato.
Condividi la tua opinione qui sotto!