LE FIGLIE ACCUSANO LAURA ZILIANI
Al termine delle 18 ore di interrogatori di Paola e Silvia Zani, le due sorelle di Temù e del fidanzato della maggiore, Mirto Milani di Roncola San Bernardo, tutti e tre in carcere dal 24 settembre 2021con l’accusa di aver ucciso Laura Ziliani, l’8 maggio del 2021, dai verbali degli interrogatori di maggio emerge una confessione piena dove il terzetto ha ammesso l'omicidio di Laura la sera tra il 7 e l’8 maggio del 2021, di aver occultato nella stessa nell'area golenale sinistra del fiume Oglio a Temù, accanto alla pista ciclabile, a poche decine di metri dalla vasca dell'Enel. Quando le sorelle Silvia e Paolo hanno saputo, leggendo gli atti di chiusura dell’indagine, che Mirto aveva deciso di raccontare tutto, anche loro hanno confessato. Secondo gli investigatori l’omicidio della Ziliani era stato orchestrato dai tre, per mettere le mani sul cospicuo patrimonio della donna. Silvia invece ha dichiarato che erano disperati per i tentativi della madre di ucciderle, sentendosi bloccata con tre figlie, di cui una disabile. Silvia, la figlia maggiore di Laura Ziliani, nella sua confessione racconta che la madre avrebbe in un’occasione messo della candeggina nel latte e in un’altra una sostanza caustica nel portasale. Prima della morte della madre i tre si sarebbero accorti che Laura li voleva intossicare con il cibo. Dai verbali emerge anche il primo tentativo di uccidere Laura, ad aprile 2021, quando venne avvelenata con una sostanza versata nel the che l'avrebbe stordita per ore. Emergerebbero chiari anche i particolari delicati, severi e importanti su quanto accaduto nella notte tra il 7 e l'8 maggio nella casa di Via Nicoli a Temù, nel pieno centro storico, quando Laura venne stordita, soffocata e quindi uccisa da Silvia, Paola e Mirto che evidentemente confidavano nel fatto che il corpo non sarebbe stato trovato per molto tempo o forse mai più e non avevano mai pensato alla possibilità di essere scoperti. Prima di attuare il piano avevano anche deciso che alla fine di tutto non ne avrebbero più parlato. Paola Zani ha invece raccontato ai giudici di aver «solo tenuto ferma la madre ma non di non averle fatto personalmente del male. Il processo continua fino alla totale chiarezza su ogni particolare della terribile vicenda per arrivare alla sentenza.
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