PIOLTELLO, CINQUE ANNI FA LA TRAGEDIA FERROVIARIA

A cinque anni esatti dal disastroso deragliamento del treno regionale Cremona-Treviglio-Milano, che ha pioltello costò la vita a tre donne causando decine di feriti, risulterebbe non esere stato ignoto il difetto al binario sotto esame. E mentre il processo, ancora lontano dal capolinea vede la prima udienza del 2023 il 14 febbraio prossimo, il carico di dolore dei parenti delle vittime Pierangela Tadini, Ida Milanesi e Giuseppina Pirri, è ancora vivo Un centinaio, invece, le persone rimaste ferite. A finire sul banco degli imputati per il disastro ferroviario, il più grave che la storia lombarda ricordi, oltre a Rete ferroviaria italiana (Rfi), che è anche responsabile civile, ci sono una decina tra dirigenti, dipendenti e tecnici della società del gruppo Fs che si occupa della infrastruttura ferroviaria del nostro Paese. Tutti sono chiamati a difendersi dalle accuse di disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose plurime. La maxi-relazione dei consulenti tecnici dei pm, ha stabilito che l’incidente è stato causato dallo spezzone di rotaia di 23 centimetri che si è fratturata nel cosiddetto “punto zero” per «un danneggiamento ciclico irreversibile generato da condizioni di insufficiente manutenzione». Il prossimo 14 febbraio in aula è atteso l’esame di un teste molto importante della pubblica accusa, il comandante della sezione di polizia giudiziaria della Polfer della Lombardia, il primo a indagare su un incidente che si sarebbe potuto evitare. Dopo averlo fatto a voce più volte già a partire da maggio 2017, quando mancano quattro mesi dal deragliamento, un operaio della squadra manutenzione di Treviglio aveva mandato una prima mail al suo superiore gerarchico chiedendo di sostituire il giunto al chilometro 13+400, poco dopo la stazione di Pioltello. Dalle testimonianze raccolte parrebbe quindi chiaro che ci fosse una consapevolezza a diversi livelli di una serie di problematicità su quel binario e che l’intervento di ripristino sia stato procrastinato.