LA FIGURA POLIEDRICA DI DON LINO ERTANI

Sabato 1 aprile al Camus di Breno si è tenuto un récital in onore di don Lino Ertani, grande studioso della cultura e del dialetto camuno, dal titolo “Don Lino tra racconti e storia camuna: un profilo umano”. Si tratta del quarto e ultimo appuntamento della rassegna “Una primavera di libri al Museo Camuno”. L'incontro si è tenuto nell'aula magna della biblioteca del Camus, dove il pubblico ha letteralmente fatto la fila per partecipare all'evento in memoria dell'amatissimo sacerdote, originario di Breno, che fu curato a Vezza d'Oglio, Parroco a Garda di Sonico, quindi a Ceto e infine a Darfo. “Don Lino era sacerdote nel vero senso della parola”, ha testimoniato don Giuseppe Maffi, che fu suo curato a Darfo per 7 anni: “amava la lettura, la storia, le tradizioni locali, i dialetti, ma soprattutto amava il Signore e quindi la gente che gli veniva affidata dalla sua Chiesa bresciana. A me ha insegnato molto, dalla preghiera alla pastorale. Per me è stata la figura ideale del prete che io avrei voluto essere”, ha concluso don Maffi, oggi sacerdote 81enne ancora attivissimo nelle comunità parrocchiali di Gianico, Artogne, Piazze e Acquebuone. A lui ha fatto eco lo storico Angelo Giorgi che ha accostato le figure di ricercatori di storia locale di Don Romolo Putelli e Don Lino Ertani, accanto a quelle di Don Alessandro Sina e Don Carlo Comensoli, sacerdoti e studiosi eruditi, pur in diversi settori, alla ricerca della radici della gente loro affidata. Raffaella Garlandi ha coordinato l'incontro che è stato sottolineato da canti, letture di poesie, detti, proverbi “bòte” (racconti popolari camuni) scritti da Don Lino. L'incontro è stato sottolineato da momenti di alta lirica alternati a genuina ilarità, suscitata soprattutto dalle “Bòte” che don Lino ha raccolto ascoltando la gente con arguzia, pazienza e tanto affetto di padre e pastore.

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