BONUS EDILIZI, SCOPERTA TRUFFA DA 17 MILIONI
Dieci persone arrestate, oltre 5 milioni di euro di beni sequestrati: bar, ristoranti, hotel e pasticcerie, scoperta truffa da 17 milioni di euro per interventi edilizi falsi per il bonus facciate. La guarda di finanza ed i carabinieri dei comandi provinciali di Verona hanno sgominato un'associazione a delinquere internazionale che riciclava il denaro incassato tramite false dichiarazioni per lavori di ristrutturazioni delle facciate sul Lago di Garda. Le ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite questo martedì 23 maggio in Veneto, Lazio, Piemonte e Sicilia. Tre delle persone coinvolte sono finite in carcere, altre sette ai domiciliari. Sono stati messi sigilli a conti correnti, auto, immobili, a una società, ad un hotel, due pasticcerie, due ristoranti e un locale sul lungolago gardesano di Peschiera del Garda dove l'associazione a delinquere che operava su tutto il territorio nazionale, con diramazioni anche in Spagna, aveva la sua base. Tutte le persone arrestate ed indagate, 12 in totale, devono rispondere a vario titolo di associazione a delinquere, truffa e riciclaggio. Le indagini sono partite parallelamente fra la fine del 2021 e l'inizio del 2022 dai finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria di Agrigento e sul territorio gardesano dai carabinieri di Peschiera. Le fiamme gialle agrigentine avevano itnercettato alcune conversazioni telefoniche da cui emergevano transazioni finanziarie collegate alla cessione dei crediti fiscali provenienti da bonus edilizi. Gli approfondimenti investigativi hanno permesso di smascherare un meccanismo di frode che varcava i confini siciliani. Contemporaneamente i militari di Peschiera stavano svolgendo autonome indagini nei confronti di alcuni imprenditori che acquistavano strutture turistiche e commerciali in zona. Incrociando i dati i militari dei due corpi sono arrivati a scoprire una frode di oltre 17 milioni di euro di crediti d'imposta. Gli accertamenti hanno fatto emergere che all'origine della catena di cessione dei crediti fittizi c'erano molte persone che anche inconsapevolmente avevano dichiarato di aver realizzato lavori di ristrutturazione delle facciate acquisendo così il diritto alla detrazione del 90% dell'importo dichiarato. Un commercialista di Treviso incassava i crediti d'imposta e li cedeva a società, tutte riconducibili agli indagati che a loro volta li cedevano a Poste Italiane (incosapevole della frode) che monetizzava il denaro che veniva quindi trasferito su conti esteri (soprattutto spagnoli) per poi tornare nella disponibilità del sodalizio criminale che lo ha riciclato acquistando abitazioni, quote di società, hotel, pasticcerie ristoranti e bar sul Lago di Garda.
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