PEDOPORNOGRAFIA IN AUMENTO A BERGAMO

Allarmanti i numeri emersi dell’attività della polizia postale di Bergamo. Nel 2022 sono stati 30 i denunciati per detenzione e condivisione di materiale pedopornografico e adescamento online di minori con 25 perquisizioni che hanno portato a sequestrare 7.330 i gigabyte di foto e video. Un trend in crescita confermato nei primi 5 mesi del 2023 con 15 denunciati e 13 perquisizioni, di cui 7 disposte su segnalazione della Fbi americana, oltre al sequestro di 4.320 gigabyte. I numeri sono stati resi noti nel corso della tavola rotonda organizzata dall’associazione #Faremeglio. Emerge uno spaccato inquietante che accende un riflettore sulla trasformazione della pedofilia, trasferitosi in rete con una moltiplicazione impressionante. Nelle quattro province su cui è competente la Procura distrettuale (Brescia, Bergamo, Cremona e Mantova,) nel 2022 sono state ricevute 2.679 notizie di reato su soggetti deboli e circa il 60% riguarda la pedopornografia e l’adescamento. Nel 2023 sono già 500 i minori coinvolti. In questo scenario Bergamo concentra il maggior numero di casi e spesso per i fatti più gravi. Una crescita legata alla diffusione della tecnologia, ormai non c’è minuto che non sia scandito da cellulare. A far da volano è stata la pandemia e l’assuefazione a contenuti estremi. I minori pensano di interagire con un coetaneo e invece dietro il nickname si nasconde un adulto che studia la vittima, cerca di carpire informazioni e fragilità. L’obiettivo è arrivare al sexting una chat a contenuto sessuale in cui si convince il minore a inviare sue foto o video intimi. La tecnologia cambia anche il profilo dell’adescatore. Per lo più persone insospettabili, massimo di 50 anni, senza precedenti, con un buon lavoro e moglie e figli. Le famiglie sono all’oscuro di tutto ciò, lo scoprono la mattina all’alba quando arriva la Polizia postale per la perquisizione.

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