OMICIDIO DI CAVERNAGO, UMBERTO UCCISO PER 200€

200 euro per pagare un debito per droga. Sarebbe questa la motivazione che ha spinto Federico Gaibotti, durante una discussione con il padre, a colpirlo mortalmente, con un coltello, fino ad ucciderlo. Il ricavato sarebbe servito per saldare un debito per droga di 200 euro. Questa la ragione per la quale Federico Gaibotti venerdì pomeriggio si è recato a casa del padre in via Verdi a Cavernago per prendere un iPad da rivendere e questo giustificherebbe anche la presenza in auto della donna a cui, parrebbe, il giovane dovesse il denaro. Durante la mortale aggressione Federico sarebbe stato sotto l’effetto dell’alcol, ma non avrebbe fatto uso di stupefacenti, così come emerso dall’interrogatorio, di convalida dell’arresto con l’accusa di tentato omicidio, fatto davanti al giudice Vito Di Vita. Federico Gaibotti, si sarebbe anche definito “una nullità e di non valere più niente”. Da tempo si conoscevano i problemi di droga del giovane, tali da rendere necessaria in passato, la sua permanenza in un comunità di recupero dalla quale si era però allontanato. Era stato anche arrestato per lesioni e resistenza, dopo la tentata violazione di domicilio a casa della madre, ferendo anche un militare intervenuto. Il trentenne, lo scorso venerdi, avrebbe deciso di saldare il conto e poi togliersi la vita. Per farlo, aveva anche comprato un coltello in un negozio di cinesi. E’ stata una vicina a sentire le grida e ha chiamare i carabinieri giunti con la pm Laura Cocucci. Il trentenne in caserma aveva poi ammesso le sue responsabilità.

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