DURA PROTESTA DI 9 SINDACI CAMUNI

Acque per nulla calme in Vallecamonica proprio sul tema dell'acqua: infatti i nove sindaci che aderiscono al gestore unico della Provincia di Brescia protestano per il bando del Bim che concede contributi a fondo perduto ai Comuni del comprensorio per eseguire interventi sul ciclo idrico, con un contributo di 100mila euro ciascuno, escludendo di fatto l’accesso ai fondi ai nove Comuni che a suo tempo avevano aderito ad Acque Bresciane. In una lettera i 9 sindaci minacciano anche di assumere ogni iniziativa per tutelare gli interessi dei loro Comuni, ventilando anche di uscire dalla maggioranza che governa gli enti comprensoriali. I sindaci Luca Masneri (Edolo), Gianbattista Pasquini (Sonico), Dino Mascherpa (Paisco), Andrea Pedrali (Cedegolo), Dario Colossi (Darfo), Giovanni Ghirardi (Malonno), Francesco Regazzoli (Lozio), Federico Laini (Pisogne) e Gianbattista Bernardi (Berzo Demo) hanno perciò chiesto un incontro ad Alessandro Bonomelli per discutere sulle scelte operate dai due enti comprensoriali di cui Bonomelli è presidente. La scelta operata dal Bim, in questo caso, a sostegno dei Comuni non aderenti ad Acque Bresciane, gestore unico del ciclo idrico integrato, è stata compiuta per l’impossibilità dei Comuni che gestiscono in autonomia l’acqua di accedere ai fondi Pnrr del ciclo idrico, perché, non essendo affidati a un unico gestore, sono fuori dai parametri stabiliti per la concessione dei contributi. Secondo i nove sindaci firmatari della lettera indirizzata a Comunità montana e Bim, quanto deliberato dai due enti lede «gravemente i loro diritti», ricordando che, tra l’altro, generano il maggior gettito in termini di canoni idroelettrici per il Bim e rappresentano un terzo dei cittadini della Vallecamonica che, tra l'altro, sta ancora attendendo il pronunciamento della Corte costituzionale sulla legittimità della legge regionale che permette l’istituzione di un ambito camuno. Pronunciamento annunciato per fine anno.

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